Cambio di rotta di Elizabeth Jane Howard

Fazi edita “Cambio di rotta” (titolo originale The Sea Change, traduzione di Manuela Francescon) di Elizabeth Jane Howard (Londra, 26 marzo 1923 - Bungay, 2 gennaio 2014), redatto dall’autrice della Saga dei Cazalet nel 1959, dal quale romanzo è in lavorazione un film diretto e interpretato da Kristin Scott Thomas.

Sa, lavorare per Mr Joyce è considerata una gran fortuna: il teatro, la pubblicità…

Londra. Fine anni Cinquanta del XX Secolo. Da molti anni Jimmy Sullivan era l’assistente di Emmanuel Joyce, eminente drammaturgo inglese. Di quest’uomo stimato e ammirato da tutti, Sullivan, occupandosi dei suoi affari e organizzando i suoi viaggi di lavoro e di piacere, sapeva tutto. Jimmy sapeva che Joyce beveva troppo, che aveva la propensione a tradire la consorte con le sue segretarie e perciò dava continui dispiaceri alla moglie Lillian dal “cuore malandato”. Quest’ultima, era una donna tanto raffinata e mondana quanto fragile, perché non aveva mai accettato la scomparsa di Sarah, l’unica loro figlia, scomparsa a due anni a causa di una meningite fulminante.
Lillian, capelli biondo cenere:

un viso tutto occhi, bocca e pelle candida, molto bello se visto a una certa distanza

ed Emmanuel, secondo il suo parere tanto sensibile da avere il cuore nello stomaco, in fondo non potevano fare meno l’uno dell’altra. Emmanuel sapeva di dover cambiare il proprio comportamento da marito fedifrago ma non era affatto facile. Anche adesso che Gloria, la sua ultima segreteria, aveva tentato il suicidio per Joyce ed era stata trovata proprio da Lillian nella vasca del bagno del loro appartamento. Ma in Emmauel, che stava scrivendo l’ennesima commedia, anzi, per il momento non era andato “molto lontano”, dimoravano tre persone diverse, una più vile dell’altra. L’uomo arrabbiato che si vestiva, quello paziente che attendeva una pausa di silenzio e infine quello disperato di fronte al ben noto copione della sua messinscena e delle bugie che raccontava alla moglie, come i lunghi mesi infecondi in cui fingeva di lavorare.
Eppure era la stessa Lillian il primo acuto e critico lettore dei lavori di Joyce. “Scriverò parole le userò così”, aveva giurato a se stesso un Emmanuel bambino dopo aver assistito all’ennesimo litigio tra suo padre e sua madre. Il “cambio di rotta” tra Emmanuel e Lillian forse sarebbe stato rappresentato dall’entrata in scena di Alberta Young, giovane donna totalmente estranea al mondo culturale e cosmopolita londinese dei Joyce.

Domani mattina ho un colloquio con Emmanuel Joyce. È un drammaturgo e ho conosciuto sua moglie a una festa, ieri sera, dopo due soli giorni che sono a Londra. Gli serve una segretaria che vada a New York insieme a lui, e Mrs Joyce evidentemente trova che io sia la persona adatta.

Con il consueto stile elegante e ricercato, Howard, una delle più importanti scrittrici inglesi, da qualche anno riscoperta in Italia da Fazi, nel volume redatto in “ricordo di David Liddon Howard, mio padre”, pone il suo lungo sguardo sul mondo del teatro e su quell’élite culturale che si muove tra Londra e New York, che l’autrice conosceva molto bene. A dir poco movimentata la vita di Howard, donna bellissima e affascinante, già modella e attrice, figlia di un ricco mercante di legname e di una ballerina del balletto russo, autrice di quindici romanzi, matrigna dello scrittore Martin Amis, che di lei disse

“è la scrittrice donna più interessante della sua generazione”.

Infine ricordiamo che all’uscita The Sea Change fu incluso fra i migliori libri dell’anno da “The Sunday Times” insieme a “Lolita” di Nabokov, che era appena stato pubblicato a Londra.

In alcune persone la depressione e i brutti pensieri ottundono la capacità di osservazione, ma Emmanuel non è tra questi: lui nota sempre tutto, ma ne parla solo se si annoia.