Capolinea
- Autore: Iacopo Adami
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2019
Il morto ammazzato c’è. Viene trovato con un foro di proiettile in piena fronte verso pagina cinquanta del romanzo. Resta il fatto che “Capolinea” (Paginauno, 2019) non è un “giallo”.
Sulla trama aleggia l’ombra di un palazzinaro con mire espansionistiche in stile Mister B., ma “Capolinea” non è nemmeno un romanzo di inchiesta. In “Capolinea” ci sono anche i fantasmi. Fantasmi quanti ne vuoi, ma sono propaggine degli anni di piombo più che di gironi metafisici infernali. Per cui il romanzo non è nemmeno un romanzo dell’orrore.
“Capolinea” segna l’esordio narrativo di Iacopo Adami. Un viaggio al termine della notte milanese, poiché Milano si staglia come meta-significante “colata di cemento”, traslato di una nazione-gabbia, senza vie d’uscita; contesto-specchio di esistenze senza vie d’uscita. Parte dei personaggi più significativi del libro si misura suo malgrado con la trasformazione: da protagonisti del vigore politico e culturale anni Settanta a sbiaditi comprimari dell’afasica scena attuale. Il noir è quindi nell’anima, semmai di noir si possa trattare. Detta fuori metafora, “Capolinea” è là dove finiscono i sogni. Il fine corsa delle rincorse inutili, dei tentativi di riscatto. Di aspettative. Di matrimoni. Rotte. Vite. Capolinea vale, in fondo, anche per i buoni e i cattivi maestri. In quanto ormai non c’è nulla che valga davvero la pena di imparare. Ci sono semmai bottiglie da scolare, ragazze delle notte da smaltire, amici da vendicare e/o dimenticare, frantumi di vita da collezionare. Ce n’era abbastanza per fare di questo, un romanzo di (post) formazione maudit secondo canone, Iacopo Adani ne fa invece qualcosa di più. Del suo libro l’autore ne fa pre-testo simbolico per un corale da fine della storia. Una fermata di gruppo: c’è chi muore per un colpo di pistola, chi piano piano, ogni giorno di più, in un modo o nell’altro. Muore soprattutto dentro. E adesso ciò che basta sapere della trama, con l’avvertenza di badare a ciò che essa potrebbe evocare sotto-testo.
In un cantiere della Mainoldi Costruzioni - azienda del settore edile milanese in odor di monopolio - viene trovato il corpo di Salvatore Ciaramelli. L’anti-eroico ispettore Costanzo suo amico è deciso a non farla passare liscia all’assassino e comincia a indagare, in un percorso trasversale che lo porta a misurarsi con interessi economici, politici e criminali. Ma non sono solo gli intrallazzi dell’attualità più nera ad affliggere il poliziotto (se no che anti-eroe sarebbe). Il suo passato nasconde infatti un trauma (esistenziale e politico insieme) che l’omicidio di Salvatore tende a richiamare alla luce.
“Capolinea” è allora forse, soprattutto, il romanzo dell’abisso. Iacopo Adani ci guarda dentro a ciglia asciutte e senza alcun infingimento. Dritto nel baratro del vuoto - sociale e interiore -, tenendo il computo dei fallimenti politici, degli irrisolti relazionali ed esistenziali, dei conti che non tornano. Quasi mai. Un esordio maturo, riuscito campo lungo di questi anni in avaria.
Capolinea
Amazon.it: 14,25 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Capolinea
Lascia il tuo commento
Un plauso alla recensione. Il libro è davvero bello e scritto benissimo.
Purtroppo però, nelle indicazioni di apertura (non nella recensione stessa) il nome e il cognome dell’autore non sono corretti: Iacopo Adami e NON Jacopo Adani. Chiedo, se possibile, che venga corretto. Grazie
Libro ottimo, assolutamente consigliato. Un gioellino. Per i contenuti e lo stile. È, per come l’ho vissuto, la narrazione di uno spaccato di Milano, un giudizio impietoso sulla Milano di oggi, alla luce dell’esperienza ricca di senso e purtroppo di fallimento degli anni di Piombo. Il tutto attraverso la presentazione e la caratterizzazione esistenziale di 5 personaggi (Milo, Salvatore, Carlo, Costanzo e Luule), che incarnano scelte di vita diverse, che si intrecciano in una lotta tra gioventù e maturità, speranza e illusione, l’essere padre e l’essere figlio, disillusione e autenticità, paura e coraggio, politica e arte, rimorso e redenzione. È evidente che l’autore ha conosciuto in profondità il vissuto dei suoi personaggi, ha compreso e scandagliato la psicologia delle loro scelte. Sono troppo autentici, troppo ’umani’, troppo ’veri’ per essere soltanto delle finzioni. È altrettanto evidente che l’autore ha voluto spiegarci la sua di scelta, coraggiosa, che la si condivida o meno. Il finale è emozionante. Lettura assolutamente consigliata.
Libro ottimo, assolutamente consigliato. Un gioellino. Per i contenuti e lo stile. È, per come l’ho vissuto, la narrazione di uno spaccato di Milano, un giudizio impietoso sulla Milano di oggi, alla luce dell’esperienza ricca di senso e purtroppo di fallimento degli anni di Piombo. Il tutto attraverso la presentazione e la caratterizzazione esistenziale di 5 personaggi (Milo, Salvatore, Carlo, Costanzo e Luule), che incarnano scelte di vita diverse, che si intrecciano in una lotta tra gioventù e maturità, speranza e illusione, l’essere padre e l’essere figlio, disillusione e autenticità, paura e coraggio, politica e arte, rimorso e redenzione. È evidente che l’autore ha conosciuto in profondità il vissuto dei suoi personaggi, ha compreso e scandagliato la psicologia delle loro scelte. Sono troppo autentici, troppo ’umani’, troppo ’veri’ per essere soltanto delle finzioni. È altrettanto evidente che l’autore ha voluto spiegarci la sua di scelta, coraggiosa, che la si condivida o meno. Il finale è emozionante. Lettura assolutamente consigliata.