Carristi italiani in Spagna 1936-1939
- Autore: Paolo Crippa
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2022
I mezzi corazzati, storia e modellismo: una nuova monografia, nona della collezione Tank Master Special della casa editrice fidentina, pensata per gli appassionati di storia militare, con l’irripetibile taglio iconografico. Si intitola Carristi Italiani in Spagna 1936-1939 (Edizioni Mattioli 1885, collana Archivio Storia, febbraio 2022, 120 pagine).
Cinquantaquattro pagine sono dedicate ai testi, fittamente corredati d’immagini, cartine, mappe e schede dello stesso autore, copyright Paolo Paolino Crippa 2020. Altre cinquanta offrono un reportage fotografico di scatti d’epoca in bianconero, con ampie didascalie a commento. Le ultime quattordici propongono i nitidi profili a colori di Ruggero Calò: automezzi, carri armati, autoblindo e fregi. Tutto molto raro, tanto da essere pressoché unico, a partire dell’argomento per finire alla galleria fotografica, portfolio con immagini poco conosciute o inedite realizzate in terra iberica. Ogni pagina di testo di questo albo di grande formato (21×29,5) presenta una colonna in italiano e a fronte la traduzione in inglese, a cura di Raphael Riccio. Anche le didascalie sono bilingui.
Il primo impiego intensivo di carri armati dopo il primo conflitto mondiale avvenne proprio nella guerra civile spagnola, scatenata dopo il pronunciamiento del 17 luglio 1936 di gran parte delle forze armate, al comando del gen. Francisco Franco, contro il governo repubblicano dei partiti democratici del Fronte popolare. La Spagna rappresentò un laboratorio per i mezzi corazzati in Europa, nel quale testare i modelli costruttivi e le dottrine tattiche della specialità carrista, soprattutto per la Germania e l’Unione Sovietica. Fin dal 1921, lo stesso Franco, neo ufficiale impegnato a reprimere le rivolte nella colonia nordafricana, aveva detto di credere nel futuro di autoblindo e carri amati, “ideali” per quel tipo di operazioni.
In Italia, il Regio Esercito non aveva ancora maturato esperienze d’impiego e costruzione. In Abissinia, nel 1935/36 si erano peraltro già manifestate le carenze dei micro carri L3, pur contro un nemico che non opponeva una componente corazzata. In Spagna, i carristi italiani si trovarono contrapposti a mezzi ben più potenti, forniti ai repubblicani dai sovietici. Divennero evidenti tanto l’inadeguatezza dell’armamento, limitato a una coppia di mitragliatrici da 8 mm, che la necessità di montare artiglierie sui carri, derivati dalle tankette britanniche.
I primi destinati alla causa franchista, scrive Crippa, sbarcarono nel porto di Vigo già l’8 agosto 1936. Cinque leggeri CV-33/35 (CV sta per carro veloce), accompagnati da un ufficiale e dieci militari, con funzione d’istruttori, in abiti civili e qualifiche da ingegneri e tecnici. Schierati nella zona di Pamplona, ebbero il battesimo del fuoco il 13 settembre.
Arrivarono successivamente autoblindate, pezzi d’artiglieria e altre versioni del minuscolo cingolato, gli L3/35 da 3,5 tonnellate, anche nella versione lanciafiamme.
I deficit tecnici dei carri leggeri italiani limitarono comunque l’impiego a supporto della fanteria, con le sezioni carriste frazionate tra le divisioni che formavano il Corpo Truppe Volontarie in Spagna. A Guadalajara, prima consistente battaglia tra carri armati, i piccoli tricolori vennero neutralizzati da un gruppo corazzato nemico, formato da tank russi T-26 e BT-5, dotati di cannone. La dura esperienza innescò un processo di riorganizzazione delle unità. Nell’offensiva di Santander dell’estate 1937 trainavano un cannoncino anticarro da 37 mm, soluzione del tutto precaria: la bocca da fuoco andava messa in batteria dallo stesso equipaggio, a contatto con l’avversario.
Il presuntuoso concetto di “carro d’assalto” era crollato di fronte al “carro di rottura” corazzato e armato, ma era troppo tardi per rimediare, in vista della guerra 1940-45. La limitata disponibilità di materie prime in Italia non consentiva di alimentare sviluppi tecnologici su grande scala.
L’autore. Il quarantaquattrenne Paolo Crippa è stato contagiato al Liceo dalla passione per la storia italiana, soprattutto della seconda guerra mondiale. La sua attenzione si rivolge alla storia militare e in particolare alle unità corazzate italiane. Ha pubblicato nel 2006 il primo di una serie di lavori notevoli, per approfondimento, originalità, corredo d’immaggini.
Alla ricerca bibliografica e fotografica per questo fascicolo ha collaborato Antonio Tallillo.
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