Chesil Beach
- Autore: Ian McEwan
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2007
Usualmente i libri o i film dei quali si parla molto suscitano in me una forte, istintiva diffidenza, quasi un condizionamento al contrario, che mi spinge a rifuggere il libro o il film “del momento”, poiché solitamente lo temo essere più che altro il prodotto di un astuto quanto pressante battage pubblicitario. Il mio timore è di trovarmi davanti ad un qualcosa che, alla fin fine, risulti essere “tutto fumo e niente arrosto”.
Così non è stato con questo “Chesil Beach”. Certamente ha avuto influenza l’essermi imbattuta in una recensione di questo libro poco prima che tutti cominciassero a parlarne. Sono stata colpita dall’idea di fondo, così semplice eppure così importante: due giovani che affrontano per la prima volta il sesso nel modo sbagliato e soprattutto nel momento sbagliato. L’innocenza e l’inesperienza che diventano una palla al piede ed alzano fra di loro un muro invalicabile, e non bastano un sacramento e l’approvazione della società per fare di loro una vera coppia. Un tema importante e pesante, che non è facile affrontare senza cadere nella volgarità o addirittura nel triviale.
Nella storia di Edward e Florence, che passano la loro disastrosa prima notte di nozze in un romantico alberghetto appoggiato sulla spiaggia che dà il titolo al libro, potrebbero rispecchiarsi le storie di centinaia o forse migliaia di altre coppie unitesi a cavallo fra gli anni ’50 e ’60, giovani nati troppo presto per approfittare della rivoluzione sessuale ma troppo tardi per potersi rassegnare ad una vita da repressi. Uomini come Edward, che durante tutto il fidanzamento ha accettato come giusti ed inevitabili i rifiuti di Florence, e che con la sua ingenuità e la sua inesperienza crede che la ragazza, solo per effetto di un anello nuziale al dito, si trasformerà da un giorno all’altro in una donna sensuale ed appassionata. Donne come Florence, che ha una vera e propria repulsione fisica anche solo all’idea del sesso, ma aspetta da Edward solo un gesto, una parola, una premura, che lui, schiacciato dalla sua pressante urgenza, non le può dare.
I pochi, rapidi avvenimenti dei quali il libro tratta, una frugale cena, il disastroso atto sessuale e la lite che ne consegue, sono ovattati, attutiti, quasi rarefatti dall’atmosfera gentile, tranquilla, irreale del piccolo albergo e del giorno che sta morendo, così come muoiono le speranze ed i sogni di Edward e Florence. L’azione è intervallata dalla narrazione del passato dei due giovani, in particolare dell’anno di fidanzamento che ha preceduto il matrimonio. Le alte ambizioni di Florence, violinista che vuole con tutta se stessa formare un quartetto, e la mentalità più lineare di Edward, che per convenienza ha accettato di lavorare per il padre di Florence ma senza un vero ideale, si sfiorano senza mai incontrarsi veramente.
Nella dolce, incantata atmosfera della suite nuziale si arriva infine alla resa dei conti, e l’amore mostra il suo lato oscuro, che i due giovani non hanno la forza ne’ l’esperienza per poter affrontare. Forse nelle generazioni precedenti le donne avevano semplicemente stretto i denti e subìto, e gli uomini fatto il loro dovere per poi cercare al di fuori compagne più eccitanti, ma sempre mantenendo unita la famiglia sovrana, per il bene proprio e dei figli. Da lì a poco anche le donne si sarebbero liberate ed avrebbero affermato il loro diritto al piacere, costruendo insieme agli uomini, nel matrimonio come fuori, delle “vere” coppie. Edward e Florence non hanno nessuna delle due opzioni. La descrizione dell’atto sessuale è impietosamente dettagliata, eppure niente affatto volgare, e ci trasmette tutta la rabbia e la tristezza di un amore che non basta da solo ad evitare la catastrofe. Solo il tempo, l’età e l’esperienza permetteranno ad Edward di capire il suo errore, ma sarà troppo tardi.
Il romanzo è breve, ma non si avverte l’esigenza di leggerlo tutto d’un fiato. E’ un libro da centellinare, da assimilare piano piano per entrare nella vita e nello spirito di questi due ragazzi cresciuti troppo in fretta, per respirare fino in fondo l’atmosfera triste e malinconica di un luogo che sembra sospeso oltre lo spazio ed il tempo, e per comprendere la difficoltà di un’epoca di transizione che di lì a poco avrebbe visto esplodere quella che è stata forse la più importante rivoluzione dell’era moderna.
Chesil Beach
Amazon.it: 10,92 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Chesil Beach
Lascia il tuo commento
Siamo nell’ Inghilterra del 1962 non ancora attraversata dal vento della rivoluzione sessuale che soffierà tra la fine degli anni sessanta ed i primi anni settanta. Edward e Florence attendono di trascorrere la loro prima notte di sesso da marito e moglie.
E se l’attesa di Edward è si imbarazzata ma spasmodica, quella di Florence si mischia al disgusto per ciò che sa di dover affrontare ma da cui vorrebbe fuggire. Il corpo e la sessualità di Edward sono ostacoli difficili da valicare ed il sentimento di inadeguatezza che pervade la giovane sposa come un veleno, sarà la molla che condizionerà tutto il destino della coppia.
Ian McEwan descrive con puntualità chirurgica l’ostilità, il senso di umiliazione, la totale inesperienza nei confronti del sesso, di una giovane coppia che aspira ad essere libera nel matrimonio ma che invece in esso troverà il proprio disfacimento.
Il carattere dei personaggi viene tratteggiato con assoluta chiarezza senza morbosità e diviene spesso il pretesto per allargare il discorso ad una più ampia visuale che comprenda la società, la politica, la cultura dell’epoca.
McEwan descrive mirabilmente, con fraseggio particolareggiato sebbene mai prolisso, di quanto il sesso sia compagno sconosciuto e l’orgasmo maschile una impudicizia aberrante da strofinare via con foga straziante.
L’universo giovanile in cui galleggiano i due sposi è minato di confini di pietra oltre i quali se ne intravedono sempre di nuovi. Impossibile dunque che l’amore possa reggere il peso di tali intime difficoltà.
Ed è proprio il senso di disfatta prima e di acquiescente rassegnazione poi, che l’autore delinea con l’ abilità del cronista che racconta i fatti così come essi involvono fatalmente.
Alessia Rocco