Lettera a Berlino
- Autore: Ian McEwan
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Einaudi
1955, Berlino è una città devastata fisicamente e moralmente da un conflitto mondiale terminato da pochi anni. Quello che un tempo era territorio bellico ora è territorio di spie, dato che la nuova guerra che si combatte è quella fredda tra est e ovest. Gli americani e i loro alleati inglesi sono in città per un’operazione segreta contro i nemici: costruire un tunnel sotterraneo per raggiungere la zona occupata dai sovietici ed intercettare le loro comunicazioni, e Leonard è il giovane tecnico inglese impegnato in questa impresa.
A Berlino però ci sono anche i tedeschi, quelli sopravvissuti alla guerra e alla disfatta, quelli che già si dividono in ovest e est prima ancora della costruzione del muro. Tra questi c’è Maria, donna accattivante e piena di vita che, oltre ai deliri della guerra, resiste alle violenze fisiche e morali di suo marito Otto dal quale si è separata.
Maria, dunque, è una donna che sa scegliere e una sera in un bar sceglie Leonard.
Tra loro nascerà un amore travolgente, quella passione che prescinde dalle origini e dalla cultura di ognuno, che rapisce i sensi e sconvolge i pensieri. Quell’amore che ‘idealmente’ rappresenterebbe il depositario per eccellenza delle speranze per una futura Europa libera e pacifica.
Ma la vita non è proprio questo, soprattutto in una città come la Berlino post guerra e specialmente nell’animo umano che, come un abisso senza fine, nasconde cavernose oscurità delle quali gli uomini sono vittime quasi inconsapevoli.
I personaggi di McEwan non sono eroi, ma tutt’altro, uomini e donne veri, con le loro debolezze e le loro ironiche peculiarità di appartenenza ai prototipi razziali per eccellenza: gli inglesi corretti e formali, gli americani giocherelloni e superficiali, i tedeschi precisi e ponderati.
Ed ecco che questi diventano metafora di un’intera generazione e ancor più di intere popolazioni con le proprie culture e i frutti negativi degli eventi storici appena conclusi. L’Europa e l’America divise tra vincitori e vinti, il blocco dell’Est con le sue espansioni oscurantistiche, e Berlino città mondiale simbolo di tanta diversità, divisione e diffidenza umana.
Il racconto si dipana attraverso un crescendo di situazioni che arrivano a fondersi con l’orrore fino ad un epilogo di esasperazione totale, dove i personaggi vengono definitivamente trangugiati dalle circostanze tragiche di cui si rendono artefici. È una propensione prettamente umana quella di perseverare nell’autodistruzione.
In tutto questo, però, c’è l’amore che è cosa meravigliosa ed in alcuni casi eterna. In questa storia l’eterno ritorna nella sua forma ineluttabile, perché anche quando un amore travolto dagli eventi diventa impossibile da vivere, alla fine trova la forza di risorgere e non c’è distanza fisica o razziale che tenga, né muri che non siano destinati ad essere abbattuti, per sempre.
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Buon giallo costruito con crescente tensione. Personaggi non sempre ben delineati i. L.’autore indugia su alcune scene,specie di sesso, più del necessario. Bella la ricostruzione dell’atmosfera berlinese del primo dopoguerra.