Chi ha cucinato l’ultima cena?
- Autore: Rosalind Miles
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Elliot
- Anno di pubblicazione: 2015
In Chi ha cucinato l’ultima cena? (Elliot, 2015, trad. L. Pece) Rosalind Miles seziona il ruolo della donna nella storia, analizza la storia del genere femminile con risvolti inaspettati e illuminanti. Osservatrici della loro condizione, nel susseguirsi delle epoche le donne si sono adattate, ribellate, piegate, mai conquistate, alla supremazia maschile, e in questo testo i contesti che si dipanano passano dal profilo più spietatamente primitivo e selvaggio a quello religioso-spirituale, a quello culturale, fino agli scenari militari in cui una Salaym Bint Malhan, armata di spade e pugnali legati attorno alla sua panciona gravida, combatté nelle fila di Maometto e compagni.
Si descrive come l’uomo nella sua auto-elevazione seppe arginare con la conseguente “caduta” la donna, e come mai i principali sistemi di fede seppero per loro natura e ognuno a suo modo sottolineare l’inferiorità del genere femminile, che seppur contemplava nella storia leggendaria la figura di Zubaida, l’affascinante regina delle Mille e una notte, nella realtà salvò il suo paese dalla guerra civile rifiutando di vendicarsi dopo l’assassinio del proprio figlio.
Ma la donna non si ferma, non si riesce e non si può cancellare, anche se “a innumerevoli generazioni di donne, la tirannia degli dei padri e dei ginecofobi era apparsa assoluta, inattaccabile” come scrive l’autrice, che illustra il periodo della Controriforma quando rilanciare la figura femminile significava affrontare l’autorità maschile. Nel testo ogni donna viene visionata sotto la lente dell’analisi del suo stato democraticamente assoggettato in una maniera o in un’altra alla rigidezza del pensiero dominante. La donna imprigionata in un convento, che grazie alla conquistata natura di inviolata risorge dalle sue catene per liberarsi dall’odio che colpiva, invece, le “sessualmente attive”, costrette a un matrimonio forzato e di cui la conseguente ignoranza forzata le schiacciava esponendole a rischio di vessazioni, torture e morte orrenda.
E fino ad arrivare al salvatore maschile, l’uomo che dopo la Rivoluzione Industriale magnanimamente si erge a unico sostenitore dei bisogni della donna, che proseguendo nel suo cammino comincia a specchiarsi nella realtà di “donna-mensola”, signora senza occupazioni nutrendo qualche dubbio nutrire qualche
“dubbio sul suo stile di vita snervante e demoralizzante, sulla sua dipendenza dall’uomo per soldi, posizione sociale e significato nella vita.”
E si arriva alla figura dei “legislatori” intesi come coloro che con i loro “brutali e approssimativi tentativi di tenere in piedi le instabili fondamenta del potere patriarcale” diedero il respiro giusto alla rivendicazione femminile; ma ecco che ancora nella Cina pre-rivoluzionaria il quadro vedeva la moglie-donna percossa e picchiata al fine di non cadere nella cella sotterranea del magistrato locale. E via fino a raggiungere attraverso la lente di ingrandimento di piccole grandi vittorie alla storica sentenza del 1973, in cui la donna ottiene la vittoria inneggiante la proclamazione de “l’utero è mio e lo gestisco io”; la donna si erge a protagonista del testo fino alle ultime righe in cui riconosce l’unica voce “nitida e serena” che da antica verità assurge ancor nel presente la realtà del genere femminile, l’unico a credere e ad avere a cuore la propria sorte, che si batte incessantemente per la propria libertà.
Chi ha cucinato l'ultima cena? Storia femminile del mondo
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