Chiamatemi Francesco. Il romanzo della vita di Bergoglio
- Autore: Giorgio Grignaffini
- Genere: Religioni
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2015
“Chiamatemi Francesco” (Mondadori 2015) di Giorgio Grignaffini è il racconto della vita di Jorge Mario Bergoglio, nato a Buenos Aires in Argentina il 17 dicembre 1936, prima che diventasse il 266º Papa della Chiesa cattolica e Vescovo di Roma con il nome di Francesco, scritto dal direttore della TaoDue Film che ha curato come story editor lo sviluppo del film “Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente regia” di Daniele Luchetti, prodotto da TaoDue e distribuito da Medusa, protagonisti Rodrigo De la Serna (per l’età giovanile) e Sergio Hernández nella veste del Pontefice, in uscita oggi 3 dicembre in 700 sale cinematografiche italiane.
“È notte. Sull’aereo diretto a Roma, Jorge Bergoglio siede in business class. Non era quello il posto che aveva prenotato, ma la hostess gli ha chiesto la cortesia di spostarsi perché in classe turistica erano al completo”
L’Arcivescovo di Buenos Aires sta tornando in Italia, la terra dei suoi avi. Poche settimane prima Benedetto XVI si era dimesso, da quel momento la curia si era affollata di persone, tutti terrorizzati all’idea di non riuscire a parlare con il Primate argentino prima della partenza per Roma. La segretaria di Bergoglio, Angeles, aveva detto all’Arcivescovo:
“E se non torna? Non ci pensa a noi?... Se non torna?”
Prima di partire per Roma, Jorge era andato a trovare monsignor Vélez, suo fidato assistente al Colegio Maximo de San José di San Miguel, negli anni Settanta. “Stavolta lo sai che non torni?”. Anche a causa della grandezza dell’eventualità evocata durante il colloquio con Vélez, Jorge Bergoglio sente che quello non sarà solo un viaggio verso Roma e verso il futuro, ma anche un viaggio dentro di sé, un cammino a ritroso nel passato, verso le radici della sua vita e della sua anima. Mentre l’aereo si sposta da un continente all’altro, Jorge ripensa a ieri perché “la vita è nulla, senza memoria”. Il presente è figlio del passato e l’anziano uomo ricorda. “Con devozione, con riconoscenza. Con amore”.
A venticinque anni, in tasca un diploma di perito chimico e una fidanzata Gabriela,
“però era impossibile per lui amare completamente, corpo e anima, scegliere di diventare tutt’uno con una donna, perché nel suo cuore l’amore più grande era per Dio”
il sogno di Jorge era partire missionario per il Giappone, “per diventare pescatore di uomini, come insegnava Gesù agli apostoli”. Era stata l’amatissima nonna paterna Rosa, originaria di un paese in provincia di Savona, a insegnare al piccolo Jorge l’importanza della preghiera. Primogenito di cinque fratelli, Bergoglio è figlio di Mario, funzionario delle ferrovie salpato nel 1928 dal porto di Genova per cercare fortuna a Buenos Aires e di Regina Maria Sivori, una casalinga la cui famiglia materna proveniva da Santa Giulia di Centaura, frazione collinare di Lavagna in provincia di Genova. La famiglia di origine, i suoi genitori, la nonna, mai Jorge avrebbe immaginato di dover portare con sé la propria famiglia in un’altra “famiglia”, “più grande, più numerosa, più santa”. La famiglia di Jorge Bergoglio ora era Dio e la Chiesa. Infatti nel 1958 Jorge aveva cominciato il suo noviziato nella Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires per laurearsi in filosofia nel 1963. Dal 1964 Bergoglio aveva insegnato per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires e nel 1969 aveva ricevuto l’ordinazione presbiterale. Nel frattempo in Argentina aveva inizio la dittatura militare, quel processo di riorganizzazione nazionale voluto dal Generale Jorge Rafael Videla il cui potere sarebbe durato dal 1976 al 1981. Bergoglio avrebbe imparato presto cosa significava vivere in un Paese prigioniero della violenza e della sete di potere, Jorge avrebbe sofferto e patito insieme ai poveri, alle loro lacerazioni.
“Conosceva bene l’Argentina, le sue anime, i suoi conflitti, i suoi morti”
“Chiamatemi Francesco” è un viaggio umano e spirituale durato più di mezzo secolo, da quando Bergoglio viene nominato Padre Provinciale dei Gesuiti per l’Argentina in un momento cruciale per la storia del Paese, fino alla sera del 13 marzo 2013 quando l’Arcivescovo di Buenos Aires viene eletto al Soglio di Pietro, scegliendo un nome, Francesco, che è diventato da subito lo specchio della sua missione evangelica. Il rapporto di grande amicizia con Esther Ballestrino de Careaga, medico biochimico farmaceutico, donna forte e determinata, con idee politiche precise, una delle fondatrici delle Madri di Playa de Mayo, arrestata e crudelmente uccisa dagli uomini di Videla, l’impegno del futuro Pontefice nei confronti dei “preti villeros”, preti di strada, militanti, e dei desaparecidos, la lotta contro la povertà nelle favelas, quelle “villas miserias” di Buenos Aires che sono ancora vere e proprie periferie esistenziali. Ecco come e dove si è formata la personalità del Papa venuto dalla fine del mondo, il quale prima di partire per Roma, al termine della sua ultima messa in patria, chiede un favore ai fedeli, lo stesso che avrebbe chiesto “urbi et orbi” la sera della sua elezione: “Pregate per me”.
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