Cieli fiammeggianti
- Autore: Alberto Mario Carnevale, Eugenio Ferracin e Maurizio Struffi
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2016
Base Tuono, sembra un film di fantascienza, ma è un progetto attuale, che trasforma in una semplice curiosità storica quello che fino a tutti gli anni Ottanta è stato un centro missilistico in Italia, integrato nel sistema di difesa dell’Alleanza occidentale contro i Paesi del blocco sovietico. Oggi la base è un museo dal vero, a Folgaria, in provincia di Trento, come raccontano con testi, foto e dovizia di particolari gli autori del volume “Cieli fiammeggianti”, edito da Itinera Progetti di Bassano nel maggio 2016, corredato da ben 200 immagini (pp. 278, euro 19,90).
Lo firmano in tre, Alberto Mario Carnevale, generale di Brigata della riserva dell’Aeronautica, Eugenio Ferracin, progettista di automazione industriale e Maurizio Struffi, giornalista e scrittore.
Sul Monte Toraro, dal 1966 al 1977, è stata in attività l’area di lancio della Base NATO di Passo Coe (1543 metri d’altitudine), nell’altopiano di Folgaria, a poca distanza dal confine trentino col Veneto. Venne realizzata nei primi anni Sessanta, occupando sedici ettari di alpeggio a Malga Zonta, già teatro di un eccidio di partigiani da parte dei tedeschi nel 1944. Ma quelle zone incantevoli non hanno dovuto assistere a un’altra guerra, per fortuna del mondo.
Quelli ospitati nel perimetro, pur sempre nel corso di un conflitto mai deflagrato qual è stato la Guerra Fredda, erano missili "buoni", come li chiama il sindaco di Folgaria Walter Forrer. Ordigni concepiti solo per la difesa.
Erano le Unità Nike, dal nome del sistema missilistico americano che doveva contrastare i bombardieri sovietici ad alta quota. Il Nike-Hercules era il vettore terra-aria di una potente testata, caratterizzato da elevate prestazioni balistiche.
Tre le sezioni di lancio, le prime due dotate di 7/9 Hercules, con armamento convenzionale (nell’area non sono mai state presenti testate nucleari): Alpha a sud alle pendici di Monte Maggio, Bravo a ovest e Charlie nel settore nord-ovest, oltre ad edifici logistici.
Alpha è oggi sede del progetto museale del Comune di Folgaria: Base Tuono, dal nome in codice dell’installazione nelle comunicazioni radio. Nel 2010, col supporto finanziario della Provincia Autonoma di Trento e il sostegno della Fondazione Museo Storico del Trentino, è stata nuovamente allestita un’Area di lancio, ricollocando tre missili in rampa. Sono stati eseguiti interventi di recupero di hangar e bunker ed acquisiti altri apparati. Nel 2013 l’Aeronautica Militare ha riconosciuto formalmente Base Tuono come sito espositivo storico-didattico.
L’interesse ha superato le previsioni. Visitatori di ogni età sollecitano percorsi guidati, insegnanti di ogni parte d’Italia confermano la straordinaria utilità dell’esperienza per gli studenti. È facile sul posto rendersi conto di come gli strumenti di guerra “nascosti” in questa località montana siano i testimoni innocui di uno dei momenti più insidiosi della storia dell’umanità.
Il libro chiarisce il contesto storico, politico e tecnico in cui si collocavano i sistemi missilistici antiaerei e il significato che avevano per il nostro Paese. Dopo aver inquadrato gli aspetti più rilevanti della Guerra Fredda e delle relative strategie militari, gli autori riassumono le linee della difesa aerea dell’epoca e il ruolo dei sistemi terra-aria nel dispositivo difensivo NATO. Il lavoro è di carattere storico, ma non trascura i principali connotati tecnici di missili e apparati, cercando di soddisfare le prevedibili curiosità.
La Guerra Fredda si può far datare dal 1947 al 1991, decenni in cui al di là del presentimento di un pericolo incombente rappresentato dalle frizioni tra i due blocchi, la presenza di testate in Italia era del tutto ignorata, per effetto della segretezza che circondava non tanto la localizzazione delle basi ma il potenziale offensivo-difensivo collocato. Il nostro Paese era fondamentale nello scacchiere strategico occidentale, tanto che seppure non a Base Tuono, la nostra Aeronautica (aerei d’attacco, missili d’attacco Jupiter e da difesa Nike-Hercules) era stata dotata dagli Stati Uniti di bombe nucleari di bassa potenza, i cosiddetti ordigni di teatro o tattici per distinguerli da quelli strategici, di grande potenza. Si parlava in gergo di armi "speciali", dove l’aggettivo apparentemente meno allarmante per la popolazione indicava al contrario l’armamento nucleare, derivando dal termine NATO “Special Weapons”.
C’è da concordare con i tre autori che il possesso da parte di entrambi i blocchi di armi nucleari così devastanti ha garantito il mantenimento della pace. È il paradosso della deterrenza: la consapevolezza di non poter mai infliggere all’avversario un colpo tale, da evitare ritorsioni irrimediabili sul proprio territorio, ha tenuto le mani lontane dai bottoni di lancio, nel corso della Guerra Fredda. Ci si rendeva conto che il mondo sarebbe entrato nel tunnel nucleare senza una via d’uscita per gli uni o gli altri.
Nessuno può razionalmente credere di poter mai vincere davvero una guerra nucleare.
Cieli fiammeggianti. Dalla guerra fredda a Base Tuono. L'eco del «Blazing Skies» e gli Hercules nucleari
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