Cioran l’antiprofeta. Fisionomia di un fallimento
- Autore: Fabio Rodda
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2006
Il giovane studioso di filosofia Fabio Rodda scrive un saggio sulfureo e appassionato su Cioran, scartabellando nei documenti che ha a disposizione.
Cioran è il produttore di aforismi che le persone utilizzano anche nei social network, quando si sentono tristi e disperati.
Ma l’autore è stato molto di più e Rodda lo dimostra mirabilmente. Nel capitolo sulla vita adolescenziale del filosofo nella sua patria, la Romania, racconta di un ragazzo alla presa con studi matti e disperatissimi. Nel 1924, a quindici anni ha già un quaderno di appunti degno di uno studioso, dove cita Diderot, Balzac e Flaubert.
Nel 1928 si iscrive all’Università di Bucarest alla facoltà di lettere e filosofia, comincia a soffrire di un’insonnia devastante ed è ossessionato dalle idee di morte.
Rodda divide il testo tra periodo rumeno e periodo parigino.
La prima opera del 1933 è in rumeno, Al Culmine della disperazione, un libro che non salva niente, né la filosofia, né l’ottimismo nel futuro. In maniera lirica, ancora non con stile asciutto come saranno i suoi libri francesi, Cioran distrugge tutto, l’uomo è un inetto, un nevrotico senza speranza.
Scrisse poi per riviste di estrema destra, nel suo paese, fino ad arrivare ad una terribile affermazione nel 1934:
"Non c’è uomo politico al mondo d’oggi che m’ispiri più simpatia e ammirazione di Hitler".
Dal 1933 al 1939, Cioran fu un fervente nazionalista e un hitleriano, non crede nella democrazia e queste affermazioni rimangono come macigni sul destino di questo uomo "crudele".
La seconda parte del libro è il suo arrivo a Parigi, dove vivrà in una mansarda piccola e piena di libri fino alla morte nel 1995.
I suoi libri ora sono in lingua francese, il suo capolavoro è Sommario di decomposizione dove troviamo aforismi come:
"L’origine dei nostri atti sta nella propensione inconscia a ritenerci il centro, la ragione e l’esito del tempo. I nostri riflessi e il nostro orgoglio trasformano in pianeta la briciola di carne e di coscienza che noi siamo"
o sull’amore:
"L’amore – un incontro di due salive... Tutti i sentimenti attingono il loro assoluto dalla miseria delle ghiandole".
Cioran a Parigi viveva in povertà: non avendo un lavoro si faceva mantenere da amici e da ammiratori che ospitava nella già citata mansardina di due sole stanze comprata nel 1960, dove viveva con la campagna Simone.
Un uomo così lucido morì a causa del morbo d’Alzheimer, non ricordando più niente, girando per casa come un bambino.
Questo libro vuole essere un omaggio ad un genio troppo poco ascoltato e Rodda è riuscito nell’intento.
Cioran, l'antiprofeta. Fisionomia di un fallimento
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