Come nascoste da una notte senza luna di Alessandro Martorelli

Sette racconti che narrano altrettante vite. Un gioco a sorpresa per il lettore che a volte ne percepisce il sapore amaro, altre cade nella beffa, altre ancora in un’ironica leggerezza.

Alessandro Martorelli ama giocare con il lettore, come facevano qualche decennio fa i giallisti della scuola di Agatha Christie ed Ellery Queen. Si diverte a costruire una storia, a fargli prendere una piega e poi… a spiazzare chi legge con un finale imprevisto. Una meccanica perfetta per rendere piacevole la lettura di un genere, il racconto breve, che vive tutto di un’illuminazione, un’idea.
Un amore finito e una bevuta al bar per dimenticare, un’adozione (apparente), il dialogo serrato ed incalzante di una mamma convinta che il figlio si droghi, la carriera di un portiere di una squadra di calcio condannato a fare panchina, un viaggio verso una meta sconosciuta, un’eroica evasione, la strana scommessa di un killer.

Che la storia si consumi in una decina di pagine o nello spazio di poco meno di due, il risultato non cambia. Il ritmo del racconto è funzionale, i meccanismi ben oliati e scorrevoli, la lettura mai uguale alla precedente.
Una piccola lezione a quei scrittori ancora acerbi che, una volta innamorati di un’idea, non sanno più abbandonarla e non riescono a far altro che diluirla fino a farla diventare qualcosa che non è né romanzo (sarebbe troppo corto), né racconto (sarebbe troppo lungo). Così, finiscono per stemperare l’efficacia di una prima intuizione che, probabilmente, articolata nelle giuste dimensioni, avrebbe colto nel segno.
Tutto questo Alessandro Martorelli sembra averlo capito perfettamente, ed anche per questo leggerlo ci è parso particolarmente piacevole.