Con un sorriso sulle labbra

Dopo la bellissima esperienza del “gioco letterario” “Uniti da un soffio di vento”, Margherita Musella, la sua curatrice, si è resa conto che fermarsi avrebbe rappresentato una perdita troppo grande per tutti coloro che avevano partecipato e creduto nel progetto.
E’ nata così, sempre in collaborazione con la Pettirosso Editore, la seconda edizione del gioco dei racconti, denominata, stavolta, “Con un sorriso sulle labbra”. Il titolo, già di per sé splendido, scelto per questa nuova edizione, non rappresentava un “tema” in senso stretto: era sufficiente inserirlo in qualche modo nel corpo del racconto da presentare al concorso.

Tuttavia, la frase in questione possiede una tale forza evocativa da non accettare di essere inserita casualmente in qualsiasi contesto, ma da avere, inevitabilmente, deciso essa stessa la direzione verso la quale tutti i racconti prescelti l’hanno portata: quella della rinascita. Rinascita dal dolore, dalla tristezza, dalla mancanza di amore, dai momenti difficili della vita, e apertura verso il sole, la speranza, il futuro, verso un cammino nuovo e promettente.
Il sorriso è un argomento che ben difficilmente può lasciare uno scrittore a corto di ispirazione. Basta guardarsi intorno ogni giorno, e ci si accorge di essere letteralmente circondati da sorrisi: quelli di puro amore dei genitori, dei figli, dei compagni di vita, quelli sinceri degli amici più o meno stretti, quelli di semplice cortesia dei conoscenti che si incontrano per strada, quelli fasulli dei colleghi invidiosi, quelli plastificati che ci bombardano dai cartelloni pubblicitari o dai programmi televisivi. Un infinito campionario di sorrisi in mille declinazioni diverse, ciascuna delle quali può colpire la nostra fantasia e dare vita a un racconto che è, in qualche modo, parte della nostra vita.

Anche stavolta uno dei miei racconti è entrato a far parte dell’antologia, ed è per me curioso notare come, in entrambi i casi, la mia narrazione si basi sulla contrapposizione tra il falso e il vero: il vento falso della wind machine contrapposto a quello vero della libertà, e, in questo caso, il sorriso falso del venditore contrapposto a quello vero dell’amicizia e dell’apertura verso gli altri.
Ma questo è solo uno dei tanti aspetti del sorriso che si trovano in “Con un sorriso sulle labbra”.
Dolcemente sconvolgente è “L’antro dei cattivi pensieri” della vincitrice Tiziana Sotgiu, che descrive la tristemente attuale situazione di un padre troppo vecchio per essere accudito dai figli.
Vi sono due bellissime “quasi fiabe”: “Arega la jana dal cuore puro”, l’impalpabile leggenda di una fata, e “Calendimaggio”, storia di dame, cavalieri e menestrelli.
Vi è un semplice racconto di vita quotidiana di tanti anni fa, “Sa corriera”, quasi una foto in bianco e nero popolata da persone semplici, e vi è la storia, forte e delicata, della rinascita di una donna che non ha mai pensato a se stessa, in “E… anche negli occhi”.
“Trip-hop” è il magico, inquietante monologo di un attore che non c’è più, mentre “La primavera di quell’anno si era fatta attendere” parla del riscatto di un ragazzino difficile nella generosità di una coppia.
Non ultimi, i coniugi Cristian Sanna e Valentina Spiga hanno pensato due storie di guerra: una, “L’orsacchiotto di peluche”, con un finale tragico che colpisce al cuore, l’altra, “La luce delle cose belle”, che esalta l’uomo oltre il soldato e si apre alla speranza dell’avvenire.
Quanti sorrisi, tutti diversi, ma in fondo tutti uguali: sono dedicati a chi, gentilmente, vorrà ascoltare le nostre voci.