Confini instabili
- Autore: Maria Bucolo
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
“Confini instabili” (Prova d’autore, 2017) di Maria Bucolo è una raccolta di nove racconti brevi, intensi, che lasciano il segno. La giovane autrice, originaria di Taormina, ricorda degli episodi significativi della sua vita che racconta immergendosi totalmente nell’animo umano e ricostruendone la memoria attraverso le cose, le persone, i luoghi, i ricordi.
Il leitmotiv che unisce i racconti è il viaggio. Il viaggio reale dalla Sicilia, sua terra di origine, alla Toscana, sua terra adottiva, dove ha lavorato come insegnante per molti anni, al Friuli terra dove in parte ha le sue radici. Il suo è un viaggio in treno, in lentezza, mai banale, mai scontato, a volte kafkiano, sempre emozionante, sempre nòstos. È però anche il viaggio della memoria che, come scrive nella prefazione Giulia Sottile,
“passa per la via sensoriale”
per recuperare i ricordi, e
“ricucire i pezzi della propria vita”.
Infine poi, diventa il viaggio interiore per cui Maria Bucolo ci fa notare che ritornare in Sicilia, nel Sud d’Italia, nel Sud del mondo, “implica uno scendere” che non è solo spostamento geografico ma anche il
“precipitare negli strati più profondi dell’animo umano”.
Caterina, Anna, Guido, Giovanni, Ester, Margherita sono i protagonisti autentici di “Confini instabili”, una raccolta di racconti veri ma narrati in maniera surreale, malinconica, che interagiscono tra di loro, grazie a Maria Bucolo, capace di soffermarsi su un particolare epifanicamente rivelatore dell’universale.
I primi due racconti, Il Cigno e I papaveri rossi, ci riportano a un’infanzia lontana dove le nonne indossavano ancora gonne lunghe, le mamme amavano il fai-da-te e il découpage, le fidanzate si incipriavano il mento e gli uomini vestivano pantaloni di velluto a coste e camicie di flanella a quadrettoni.
I tre racconti centrali, Antica sartoria del corso, La carrozza numero tre e La strada degli odori, ci parlano delle partenze, quelle mancate, quelle sbagliate, quelle virtuali, e hanno a che fare con
“l’incertezza, l’opacità della vision, le convinzioni errate, l’inconsapevolezza, la relatività percettiva degli obiettivi e della loro importanza, la fiducia nell’attesa, la permeabilità del passato nel presente, come il vecchio numero 8 nell’attuale binario 3; quando è omaggio alla lentezza, che ci permette di cogliere i particolari che altrove e altrimenti ci sfuggono”.
A seguire Il cilindro sul maiale, Il lanciatore di pinguini, Il peso di un bacio, quattro racconti per altrettanti scorci di una realtà tragica, fantasiosa, idealizzata, liberatoria nel gesto del “lanciatore di pinguini” e nella meraviglia innocente di Giovanni. Ed ultimo solo per posizione il mio preferito, Io voto contro, una protesta pacifica ma al contempo ironica, assurda, unica possibilità in questa vita di contrastare gli orrori; magari a forza di votare contro si può anche vincere.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Confini instabili
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