Congresso medico con delitto di Antonio Caron

Il maresciallo Vitale comanda una stazione in un piccolo paese del Piemonte: investigatore dotato di un fine intuito, soffre della sindrome del malato immaginario ed è terrorizzato dall’eventualità di avere seri problemi di funzionalità renale. Per eliminare le sue infondate apprensioni, la dottoressa Dossi lo accredita come ospite a un importante congresso medico che si terrà a Genova. Quella che doveva essere una full immersion nella medicina si trasforma in un’indagine personale sul misterioso omicidio di cui vittima è proprio la dottoressa Dossi. Mentre Vitale si muove nell’ambiente di un grande nosocomio di Milano, in cui le rivalità fra medici mostrano una realtà difficile e pericolosa, una complicata vicenda scientifico – finanziaria si svolge parallelamente fra la Svizzera, l’Italia e gli Stati Uniti. Le due storie si incrociano più volte dando vita a un mistero in cui appaiono anche un amante sospetto, una curiosa segretaria e un navigato chirurgo a cui piacciono fin troppo le donne.

Il personaggio di Vitale, maresciallo di provincia ipocondriaco e pieno di fissazioni che teme, più che i criminali, una moglie dotata di grande intuito, conduce il lettore lungo tutto lo scorrere del racconto, con la puntigliosità e il buon senso che lo spingono a controllare e ricontrollare tutti i fatti. Guida le indagini il capo della mobile Santorsola, simile a un caterpillar che non si ferma davanti a nulla pur di arrivare alla verità e di scagionare un uomo ingiustamente accusato.

"Congresso medico con delitto" (Frilli, 2008) è un buon giallo, dove tutti i meccanismi conducono alla soluzione finale, difficilmente prevedibile per il lettore, e alterna due piani di narrazione: quello relativo all’indagine sull’omicidio della dottoressa e quello relativo all’intreccio finanziario e scientifico che circonda una sorprendente scoperta medica; quest’ultima parte a volte risulta non facile da seguire, ma non toglie nulla al piacere della lettura.