Correva l’anno della Girella. Antologia semiseria degli anni 8@
- Autore: Elisabetta De Biasio, Giampiero Canneddu
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
Sono figlio di Zorro e della Fata Turchina di Pinocchio, ex nipotino di Sandokan e della Perla di Labuan: televisivamente parlando, s’intende. La mia tv era pedagogica, un po’ austera, alquanto naif, in bianco e nero, i miei primi consigli per gli acquisti metabolizzati, i pistolotti autarchici dei Carosello. Sono stato bambino nel cuore degli anni di piombo, all’epoca della Milano da bere e dei wild boys ero già entrato in punta di piedi nell’età della ragione. Gli anni Ottanta li ho esperiti/subiti col distacco che discende dalla presa di coscienza: molta politica, valanghe di libri, diversi cantautori: “Disco bambina” e “Ti amo-ti aaamo” (Tozzi) con me non funzionavano da allora. Se devo associarli a una cosa, quegli anni mi ricordano le Big Bubble, ipertrofiche e accattivanti, a partire dagli enormi palloni di chewing gum che ne cavi fuori (avete mai provato a farne uno con la “Gomma del ponte”? Non c’è partita) e, però - sotto sotto - qual è davvero la loro sostanza? Il nocciolo di quel tempo effimero, aldilà del fatto che suonava, sfilava, roboava, tirava tardi, si vendeva bene?
Non so che ne pensano Elisabetta De Biasio e Giampiero Canneddu - sapidi autori di “Correva l’anno della Girella. Antologia semiseria degli anni 8@” - ma a me quel decennio ricorda anche la “donna della vasca” nella Room 237 di “Shining”: più ti ci avvicini, più tenti di abbracciarlo, e più ti si rivela in tutto il suo putridume, in altre parole: bellissimo fuori marcio dentro. Ma resta sempre il fatto che fossi nato qualche annetto dopo, forse non avrei scritto cose così, i miei padri putativi sarebbero stati Mila e Shira, Goldrake & Bim Bum Bam, sapete com’è, la nostalgia è canaglia e fa sempre il suo gioco. Ad ogni modo, lo spleen del duo De Biasio-Canneddu se c’è si intravede appena, annacquato da larghe dosi di (auto)ironia.
Del loro voluminoso compendio dedicato agli “anni di pongo” (la definizione è di Fabio Bonifazi) - come del maiale - non si butta via nulla perché viene tutto buono (very good!): i cartoni animati come le figurine dei calciatori, i tormentoni estivi come le mode, gli stracult cinematografici come le trasmissioni cult delle tv private, gli spot, il gergo, i sexy simbol, le meteore, i giocattoli, le merendine; in uno zibaldone pop che sfiora le trecento pagine contemplando persino un test finale di cultura anni Ottanta all’altezza dei quiz dei palinsesti Mediaset vintage. Quelli con Mike Bongiorno (“La ruota della fortuna”) e Corrado (“Il pranzo è servito”), sottratti freschi freschi a mamma Rai, per intenderci.
Un libro denso di cose-immagini-persone per focalizzare un decennio sotto l’aspetto della memoria bambina (o comunque ragazzina), in barba ai saggetti antropologici, col sorriso sulle labbra e quel pizzico di compiacimento retro.
Un’affollata galleria di amarcord in ideali tinte giallo-fuxia (vedi i colori portanti della cover post-wartholiana), che De Blasio e Canneddu sostengono con taglio e piglio gustosi, fluidi- scoppiettanti. “Correva l’anno della Girella” è uscito nel 2012 per Lineadaria editore.
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