Cose che succedono la notte
- Autore: Peter Cameron
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2020
Non è ambientato negli Stati Uniti questo insolito romanzo che Peter Cameron ha appena pubblicato in italiano con Adelphi, con la traduzione di Giuseppina Oneto. Lo scenario, un po’ surreale, di Cose che succedono la notte è quello di un paese all’estremo nord dell’emisfero, un luogo gelido, semideserto, arcaico, raggiungibile solo con un antiquato treno. Una coppia newyorkese, di cui mai viene pronunciato il nome, arrivano stremati ai confini del mondo, in un pese slavo, e si fermano in una stazione deserta e semiabbandonata. Da lì raggiungeranno fortunosamente un grande albergo, lussuoso e vagamente demodé, dove soggiornano in attesa di andare nell’orfanotrofio dove sono attesi per l’adozione di un bambino, fortemente voluta dai due, anche se lei, la donna, è gravemente ammalata e un cancro la sta divorando malgrado le cure.
Nella stanza gelida e disadorna che viene loro assegnata, i due devono fronteggiare i loro problemi: l’amore sembra non esserci più, freddezza, rancore, indifferenza, si alternano a richiese di aiuto, desiderio di rassicurazione, volontà di andare avanti nel percorso doloroso che li ha spinti fino a quel luogo freddo e respingente. In albergo ci sono altri due personaggi che attraversano la vicenda dei due americani: Livia Pinheiro-Rima, un’anziana attrice sul viale del tramonto, coperta da una lunga pelliccia d’orso, piena di abiti da sera vintage, che suona per intrattenere i rari clienti dell’albergo, e si ferma al bar lunghe ore, bevendo acquavite. Anche un uomo d’affari europeo, grasso, ricco, solo, cerca di stringere un rapporto sempre più intimo con il nostro protagonista, la cui moglie sempre più sofferente preferisce rimanere in camera, sotto un piumino caldo, digiuna, disperata.
La visita all’orfanotrofio viene preceduta dalla sosta, inaspettata, presso una villa antiquata dove ha sede una sorta di associazione, intorno alla figura di uno strano frate, un guaritore, dicono le voci ascoltate: fratello Emanuel, lunga tonaca nera e bottoni d’oro, osserva con attenzione la donna che gli è davanti, la futura madre adottiva del piccolo orfano che è stato assegnato alla coppia, e la sua presenza suscita un mutamento nella psiche della donna, che si sente guarita.
Tra realtà e sogno, tra nottate insolite e travolgenti, con la neve e il gelo che chiudono in una morsa l’uomo e la donna giunti alla fine del loro percorso, ci si avvia verso l’inedito finale di questo romanzo strano, misterioso, inquietante. La forte valenza simbolica delle situazioni, dei luoghi, degli oggetti, delle persone coinvolte nel racconto fanno pensare a una forte inquietudine, una forma d’angoscia che l’uomo occidentale proveniente dalla parte più ricca ed evoluta del pianeta nutre nei confronti della malattia incurabile, della vecchiaia, della solitudine, del clima inclemente, della mancanza d’amore sincero che può salvare dalla disperazione e dalla morte. Peter Cameron ci accompagna in una discesa verso punti sensibili della coscienza di noi umani e ci spaventa con le sue trame piene di dolore, prive di speranza.
Cose che succedono la notte
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