Gli inconvenienti della vita di Peter Cameron

Il volume “Gli inconvenienti della vita” (Adelphi 2018, titolo originale The Drawbacks of Living, traduzione di Giuseppina Oneto) di Peter Cameron, racchiude le due novelle:
“La fine della mia vita a New York” (titolo originale The end of my life in New York), inclusa nell’edizione 2010 del “PEN/O. Henry Prize Stories”, e
“Dopo l’inondazione” (titolo originale After the flood), inclusa in Best American Short Stories (2014) a cura di Jennifer Egan.

• “La fine della mia vita a New York”: “Quando sentì Theo rientrare dalla cena a casa di Paula, Stefano stava leggendo a letto. Era stato invitato anche lui, ma aveva accampato la scusa del lavoro”. Stefano e Theo vivevano a Tribeca in un appartamento acquistato insieme ai primi tempi della loro relazione. Allora dalle finestre della casa c’era una vista che spaziava sull’East River, su Brooklyn e sulle pianure dei dintorni. Però quasi subito era stato costruito un altro edificio più alto di quello dove abitavano Stefano e Theo, che aveva rovinato il panorama. Adesso la coppia vedeva solo il riflesso dorato sulle facciate che davano a ovest, ma in casa le ombre scendevano presto. Quelle ombre erano un po’ il simbolo di ciò che si era spezzato nella loro unione. Theo scrittore di successo aveva perso la propria sicurezza, a causa di un grave inconveniente. La primavera precedente, mentre tornava in macchina da New Haven dopo essere stato a un simposio, Theo aveva perso il controllo della propria auto, causando la morte di un ragazzo e il ferimento di una donna. Theo aveva compreso che nella vita ci sono cose che non si possono aggiustare, perché ci sono troppi pezzi, oppure sono troppo piccoli. “Forse anch’io non sono riparabile”.

• “Dopo l’inondazione”: “Gli Escobedo avevano bisogno di un posto dove stare, e siccome avevamo questa grande casa, tutta per noi le sembrava un rifugio perfetto”. Il reverendo della chiesa metodista Judy Hendrie-Ortiz aveva chiesto ai Bird, una coppia di pensionati sposati da quarantacinque anni, di ospitare marito e moglie, i quali dopo l’inondazione avevano perso tutto, abitazione inclusa. Era stato impossibile opporre un netto rifiuto al reverendo, quindi i Bird avevano accolto gli Escobedo. Questo inconveniente, per quanto gli Escobedo si fossero comportati come dei perfetti ospiti, avrebbe cambiato qualcosa tra i Bird. “Cosa ne facciamo delle nostre vite?”.

Cameron, uno dei più raffinati scrittori statunitensi contemporanei, autore di romanzi indimenticabili quali “Quella sera dorata” (2006), e “Un giorno questo dolore ti sarà utile” (2007) mediante una prosa classica, limpida, asciutta e senza fronzoli, scandaglia nei meandri di quella cosa complicata che sono i rapporti umani. È dunque vero che Cameron scrive libri per esplorare e capire che cosa pensa dell’amore, come ha rivelato il grande narratore in un’intervista di qualche anno fa.