Quella sera dorata
- Autore: Peter Cameron
- Categoria: Narrativa Straniera
Il titolo originale era ‘The city of your final destination’ e, a lettura ultimata, mi domando perché,
per la versione italiana, sia stato cambiato in ‘Quella sera dorata’, che non rappresenta per nulla il
romanzo. Lo generalizza e va alla ricerca di una poesia gratuita che, oltre a non servire, rischia di
banalizzare una storia meravigliosa.
Trama: Tutto inizia da una lettera che Omar Razaghi, studente del Kansas con origini iraniane, scrive a
Caroline Gund, Arden Langdon e Adam Gund, esecutori testamentari della proprietà letteraria
di Jules Gund, autore di un solo romanzo tradotto in molti paesi: ‘La gondola’, per chiedere loro
l’autorizzazione a scriverne la biografia. La carriera universitaria di Omar dipende dalla biografia
di Gund. L’assegno di ricerca, che comprende anche i fondi per la pubblicazione, è vincolato al
consenso degli eredi. Consenso che i tre gli negano nonostante Adam, fratello dell’autore, ritenga
che una biografia ufficiale non possa che giovare loro, ma Caroline, ex moglie di Jules, e Arden,
sua ultima compagna, non ne vogliono sapere. Omar ha ventotto anni e un’insicurezza dalle
radici lontane. L’esito negativo della richiesta lo tenta a rinunciare al dottorato, ma Deirdre, la sua
ambiziosa ragazza, che l’ha sempre sminuito e guidato come un bambino a cui si deve insegnare la
vita, lo convince ad andarsi a prendere quello che vuole, a spendere parte della borsa di studio per
recarsi in Uruguay, dove vivono i tre, per provare a convincerli a farsi concedere l’autorizzazione.
Dal momento del suo arrivo, fuori il cancello della grande villa di Ochos Rìos dove vivono
Caroline, Arden e sua figlia Porzia, Omar dal bell’aspetto sconvolgerà gli equilibri di silenzi che
hanno regolato per anni il ritmo della loro convivenza e del rapporto che le due hanno con Adam
che vive in un mulino poco distante, assieme al suo giovane e infelice compagno Pete.
È un viaggio
senza ritorno, il suo, nonostante comunque dovrà ripartire. Uno di quei viaggi che cambiano la vita
e ti tengono in trappola per sempre. È un libro che riesce a raccontare i rapporti umani come pochi
e lo fa attraverso i dialoghi. La voce di Cameron è autentica a tal punto da non appartenergli più;
si personifica ogni volta in chi parla. Nel libro, Cameron sparisce lasciando spazio a Omar, Arden,
Adam, Deirdre, Caroline, la piccola Porzia e il misterioso Jules Gund, morto colpevole di aver
posseduto una sensibilità capace di vedere attraverso i silenzi e gli intrighi di una famiglia un po’
troppo allargata.
Non importa se alla fine Omar avrà la tanto agognata autorizzazione, se alla fine riuscirà oppure
no a portare a termine il suo dottorato. Omar non è un vincente come la sua ragazza, che arriverà a
insegnare nei più prestigiosi college americani. Omar assorbe le sensazioni che gli arrivano dalle
atmosfere dell’Uruguay, dal caldo soffocante, dal sole che abbronza la pelle, dagli occhi di Arden,
dall’amore che Adam prova per il suo compagno Pete che dalla sua non riesce a lasciarlo, dalla
reticenza di Caroline che vive rinchiusa nella torre a dipingere quadri d’altri, perché da molti anni
ha smesso di credere nelle proprie qualità di pittrice. Omar si nutre dei profumi dei fiori della serra,
della luce che la distesa di stelle sconfinata riserva ai suoi occhi ogni notte. Entra nelle motivazioni
che spingono Arden e Caroline a dire di no, lo fa attraverso la vita segreta di Jules che scopre
lentamente dai molti confronti con i tre. La convivenza, seppur di pochi giorni, lo arricchisce e
lo priva di tutto di colpo, nel momento in cui assieme a Deirdre, che l’ha raggiunto in seguito
a un brutto incidente, deve lasciare la villa e Ochos Rìos e tornare nel Kansas. La meta diventa
secondaria rispetto a tutti i cambiamenti che il viaggio porta in Omar, costringendolo a rivedere la
sua vita.
Peter Cameron, che ho apprezzato moltissimo per i racconti contenuti in ‘Paura della matematica’
e per il romanzo ‘Un giorno questo dolore ti sarà utile’, conferma di essere un romanziere capace di
dare vita a personaggi che, dopo averti tenuto stretto per il braccio, impedendoti di lasciare la storia
prima della fine del libro, escono dalla pagina e continuano a farti compagnia per un po’.
Quella sera dorata
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Io ho scoperto Cameron proprio con queto libro che ho trovato meraviglioso.Concordo con le impressioni di Matteo Grimaldi e confermo quello che ho scritto relativamente a "Un giorno questo dolore ti sarà utile"
Peter Cameron è un grande narratore baciato dal dono della leggerezza con la quale riesce comunque a raccontare personaggi in crisi con sè stessi, ricchi delle sfaccettature e delle contraddizioni necessarie ad essere credibili. Sempre grazie Cameron.
cinzia leone