Così parlò la Gioconda
- Autore: Carla Cucchiarelli
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2019
La Gioconda ci guarda, da una teca trasparente che la protegge e allo stesso tempo la mette in mostra. Dal suo “carcere di vetro”, Monna Lisa ci rivolge la parola nelle pagine di un libro, per la fantasia di Carla Cucchiarelli, una giornalista e scrittrice che sa tanto e tanto vuole conoscere, Così parlò la Gioconda. Autobiografia non autorizzata di Lisa Gherardini la donna più dipinta e rivista della storia, pubblicato nel 2019 da Iacobelli Editore di Guidonia-Roma (112 pagine).
I giorni sono tutti uguali da quando vive racchiusa e sorridente a Parigi, nel museo del Louvre, eppure percepisce il tempo che passa, attraverso i costumi che cambiano. Ha imparato a distinguerli dall’avvicendarsi delle mode; capelli lunghi, corti, tinti, rasati, occhiali da vista, da sole, lenti a contatto, baffoni, baffetti, baffi, barbe, gonne lunghe, minigonne. Riesce a intercettare la storia e a interpretare i movimenti, come le ha insegnato il padre putativo, il Maestro Lionardo, come lo chiama.
Così, seguendo i ragionamenti della giovane sposa di Francesco di Bartolomeo del Giocondo, apprendiamo del da Vinci, di lei, del suo ritratto immortale e dell’impatto unico e senza uguali che quell’immagine esercita da cinque secoli sulla cultura, la società umana, le arti, l’immaginario collettivo.
“Non passa giorno che nel mondo, nella rete, nello studio di un pittore o in un’agenzia pubblicitaria non nasca una nuova Monna Lisa, rivista, rivisitata, spogliata, maltrattata, umiliata, ingentilita, inaspettata. Distante da me mille miglia...”.
L’eterna sorridente chiacchiera incessantemente con noi. Ha posato quattro anni per Leonardo, che la voleva atteggiata nel volto sempre allo stesso modo. Racconta di lui e si racconta, ci mette al corrente delle innumerevoli rappresentazioni-interpretazioni-imitazioni-alterazioni che l’hanno gratificata e a volte afflitta, dal 1504 a oggi. Ha stregato tanti uomini e donne, nel bene nel male, dal re di Francia Francesco I, che l’adorava, alla giovane immigrata russa che il 2 agosto 2009 le ha scagliato contro una tazza souvenir del museo. Le aveva urlato “maledetta francese anche tu eri italiana”. A lei invece la cittadinanza era stata negata.
Sì, fiorentina, nata il 15 giugno del 1479 in una piccola casa Oltrarno e sposa adolescente di un commerciante (e usuraio) molto più vecchio di lei, ma che non le ha fatto mai mancare niente. Quattro figli gli ha dato Lisa Gherardini, quattro anni è durato l’incontro col grande artista, per un ritratto commissionato da Francesco del Giocondo in omaggio alla dilectam uxorem, mulier ingenua (diletta moglie, donna fedele), opera rimasta incompiuta e che Leonardo ritoccava continuamente. Cercava la perfezione in quell’immagine e le attribuiva significati impenetrabili. Lisa lo ricorda come un vecchio affettuoso e pensieroso, con i capelli spioventi lungo il viso, ma quasi pelato nella nuca, rughe pesanti sul volto e occhi stanchi e corrucciati, per l’approssimarsi del “sommo male” che avvertiva (la morte) e per avere offeso Dio e gli uomini, non riuscendo a operare nell’arte come si conveniva. Il Genio era un indefettibile perfezionista.
Vorrebbe poter dire di averlo conquistato, ma confessa di aver colto nei suoi occhi sempre un guizzo freddo. Non si è mai sentita desiderata come donna, piuttosto studiata, vivisezionata, trattata come un mistero da penetrare.
Una relazione complessa quella tra l’artista e la modella, nell’interpretazione suggestiva di Carla Cucchiarelli, vice caporedattore del TGR Lazio, scrittrice d’arte e di temi sociali. Il suo lavoro sulla Gioconda ha vinto il premio letterario Milano International 2019 ed è stato segnalato come miglior saggio nel concorso città di Grottammare 2020.
Lisa ha capito di avere rappresentato per Leonardo la madre sempre sognata, quella Caterina allontanata tanto presto da lui, allevato dai nonni paterni e cresciuto poi nella famiglia del padre, il notaio ser Piero. Si incontravano senza mai incrociarsi, come avrebbero voluto: lui restava l’artista che dipinge “col cervello e non con le mani”, come ha sostenuto Michelangelo, lei sempre l’umile Lisa Gherardini, moglie giovanissima di un mercante fiorentino di seta ma anche la Gioconda, sorridente, ambigua, distante, ingannevole, bugiarda, pura, malinconica, amabile, inafferrabile.
Tutto e il contrario di tutto. Un volto che si presta a ogni concetto e fantasia. Il viso e il sorriso. L’immagine provocante e severa. “Il più grande omaggio che il genio abbia mai reso ad un volto”, come ha detto Andrè Malraux. Sono alcuni esempi delle citazioni spigolate da Cucchiarelli nei cinquecento anni di chiacchiere, apprezzamenti, film, spettacoli, canzoni, uso e abuso di un’immagine iconica mondiale.
Nei secoli, la Gioconda si è presa di tutto: l’ironia, il sarcasmo, le metamorfosi, le invenzioni pubblicitarie, anche le sassate e l’abbraccio furtivo di Vincenzo Peruggia che se la riportò a Firenze. Ma, che ci crediate o no, la donna del sorriso enigmatico è stata altro.
Cosi parlò la Gioconda. Autobiografia non autorizzata di Lisa Gherardini, la donna più dipinta e rivista della storia
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