D’amore e baccalà
- Autore: Alessio Romano
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2018
Lisbona: una città viva, solare, che non viene ricordata per un monumento di fama mondiale ma per il suo carattere sempre in bilico fra la saudade e l’allegria, tra il fado e la movida. Meta turistica in forte ascesa, fra qualche settimana ospiterà l’edizione di quest’anno dell’Eurovision Song Contest. È più di quanto sia necessario per far venire a chiunque la voglia di farsi un bel viaggetto. E che cosa c’è di meglio di una buona lettura per immergersi del tutto nell’atmosfera della città che ci si appresta a visitare?
Le guide turistiche, però, sono utili, ma schematiche. I romanzi, spesso, trasportano in una realtà d’altri tempi, che poco racconta della situazione attuale. Ecco perché “D’amore e baccalà” appare piuttosto atipico: questo fresco e originale libro di Alessio Romano è ambientato in una Lisbona del tutto reale (e ricca di riferimenti e dritte per il turista), ma anche visionaria, con molti richiami al suo passato.
Si tratta di un brioso, ironico e svelto romanzo, il cui protagonista, Alessio, è uno scrittore giunto nella capitale lusitana per esplorarne le peculiarità gastronomiche. Appena arrivato, però, ha la disavventura di cadere dal tram numero 28, quello che, per tradizione, si dovrebbe prendere al volo per visitare le bellezze della città. La botta gli procura un bernoccolo che, di quando in quando, gli causerà una serie di allucinazioni, durante le quali incontrerà la regina del fado Amalia Rodriguez, Fernando Pessoa e altri personaggi della cultura portoghese, oltre al nostro Antonio Tabucchi.
La sua missione culinaria rischia, però, di arenarsi proprio a causa di una cameriera, Beatriz, della quale Alessio si innamora a prima vista. Lei, però, non gli dà corda. Lui si intestardisce e la insegue per tutta la città, riesce a raggiungerla, ma un’ennesima allucinazione proprio il giorno prima della sua partenza per l’Italia lo convince che sia Beatriz che la gatta che gli ha fatto compagnia durante tutto il suo soggiorno non siano state altro che delle allucinazioni. Ma è proprio così, oppure…?
La storia è, tutto sommato, leggerina, ma se volete avere davvero l’impressione di girare per Lisbona, gustandone soprattutto la cucina e la vita di tutti i giorni, questo libro fa per voi. Lo stile è fresco, ironico quanto basta, accattivante e divertente. Ma la vera particolarità del romanzo è la serie di consigli pratici, ovviamente soprattutto gastronomici, ma anche riguardanti musei, negozi e attrazioni, che l’autore ingloba sapientemente nel suo racconto, posizionandolo così a metà strada fra la narrazione di viaggio e la guida turistica. Un genere inusuale, in questo caso arricchito anche dalle eteree “visioni” del protagonista, che si trova a dialogare con i grandi della cultura portoghese.
L’impressione generale, comunque, è quella del racconto di un amico appena tornato dalla città dei tram e dell’elevador. Forse in questo senso può essere visto il suo unico limite: quello di essere, in alcuni punti, eccessivamente essenziale nelle descrizioni, proprio come l’amico che elenca, un tantino svogliatamente, la sequenza delle azioni compiute e dei luoghi visitati in un dato giorno. Ma sono solo brevi passaggi: immediatamente torna il gusto di un pastel de nata o il richiamo lamentoso di un mendicante a rituffare il lettore nell’atmosfera lusitana. Sicuramente un libro consigliato a chi si appresta a visitare Lisbona, a chi sta considerando l’idea per una prossima vacanza, ma anche a chi ama viaggiare solo con la fantasia, comodamente seduto in poltrona.
D'amore e baccalà
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