Dante e l’armonia delle sfere. La Commedia, il rock progressivo e altri percorsi
- Autore: Fabrizio Galvagni
- Genere: Musica
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2012
Non è per buttarla in politica, ma sono d’accordo col professor Fabrizio Galvagni: senza il Sessantotto non ci sarebbe stato il genere progressive, quanto meno nella declinazione erudita, dirompente, “rivoluzionaria”, che ha assunto alle nostre latitudini. Senza la fenomenale onda d’urto del Sessantotto, probabilmente, saremmo rimasti alle canzoncine-ine-ine dell’era beat (senza contare i gorgheggi reazionari di Claudio Villa, Massimo Ranieri & soci). Senza il Sessantotto non ci sarebbe stato nemmeno il valore aggiunto delle copertine psichedeliche degli ellepì di stampo prog: distillati di suggestioni, colori, afrori vinilici, mitologie letterarie, iniziatiche, sociali-sapienziali. Non appartengo alla schiera degli adepti, e nemmeno, a dire il vero, a quella degli sporadici frequentatori del “filone” (batto in maniera esclusiva i sentieri della canzone d’autore, debitrice a sua volta del novecentosessantotto), ma ritengo miope ignorare la portata culturale del fenomeno lungo l’arco del decennio 1969-1979. Il peso specifico musicale (prima ancora che quello letterario dei testi) di band come New Trolls, Area, PFM, Banco del Mutuo Soccorso (mi fermo ai gruppi più conosciuti) non si discute.
Chi amasse frugare fra gli anfratti del “filone” si avvicini dunque alle pagine di questo “Dante e l’armonia delle sfere. La commedia, il rock progressivo e altri percorsi” (Vololibero, 2012) e ne goda. Galvagni - professione insegnante ma anima prog più che certificata - indaga (con notevoli divagazioni) sugli interscambi rock-letterari tra Dante, la sua Commedia e la “corrente” progressive vecchia e nuova. Come evidenzia Riccardo Storti nella sua prefazione al volume, il suo è un libro da “ascoltare”, oltre che da leggere con curiosità:
“E’ sufficiente dare un’occhiata all’impianto argomentativo del prezioso volume di Galvagni per renderci conto – subito – che nel rock esiste una filiera di (capo)lavori legatoi al mondo delle lettere. Il link dell’ascolto alla lettura diventa una sorta di produttivo automatismo capace di avviare una circuitazione (…) tra prodotto discografico e fonte letteraria. Sei spinto a (ri)leggere il canto di Paolo e Francesca, forse perché lo hai ascoltato nell’omonima traccia di UT dei New Trolls e viceversa”.
Galvagni, in effetti, riesce a rendere apodittico questo doppio binario, con un approccio alla pagina che - in un andirivieni tra passato e presente, colto e popolare - coniuga la puntualità (anche linguistica) del professore alla competenza del musicologo. L’ensemble è originale e sulle tracce del sommo poeta visita sperimentalismo polifonico, jazz, Kosmische Musik, heavy metal (ma finanche rap, musica colta contemporanea, e cantautori). Al libro è allegato un cd antologico con dentro 10 brani suddivisi tra Inferno-Purgatorio-Paradiso, nell’esecuzione di alcune delle formazioni che contano nella scena progressive del momento.
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