Dark Graffiti

I graffiti: c’è chi li definisce arte nella forma più pura, chi pessimi scarabocchi. Come sempre la verità sta nel mezzo e credo che, se qualcuno ha davvero qualcosa da dire, il graffito può trasmettere e suscitare innumerevoli emozioni. Così come un racconto, una storia.
Per questo motivo qualcuno, per la precisione il buon Kenji Albani, ha pensato di riunire una decina d’autori (in realtà nove poiché lui stesso fa parte del team) e raccogliere immagini e parole in un’antologia moderna e vivace, Dark Graffiti (Delos Digital, 2020).

I nomi di questa fantastica squadra?
In rigoroso ordine alfabetico: Kenji Albani, Darko Bay, Elisa Bertini, Scilla Bonfiglioli, Barbara Bottalico, Andrea Carlo Cappi, Luca Di Gialleonardo, Andrea Franco, Laura Scaramozzino e Antonio Tenisci.
Di solito non elenco tutti gli autori, ma in questo caso ho voluto fare un’eccezione. E, se leggerete le loro storie, comprenderete bene le mie motivazioni.

Le storie raccolte sono storie moderne e anche un poco remote, parlano di antichi riti e nuove tecnologie. Paura e odio, amore e passione, vendetta e giustizia si fonderanno in un qualcosa di unico per donare sensazioni incredibili ai protagonisti di queste vicende e a chiunque le legga.

Un libro dedicato a chi vuole storie brevi e decise, un taglio netto e profondo nella carne e nell’anima. Una ferita che, probabilmente, non si rimarginerà tanto in fretta, forse mai. Una ferita che continuerà a tenerci svegli quando i nostri sensi staranno per assopirsi.
Dark Graffiti è un’antologia universale, con pagine ricche di sentimenti ed emozioni contrastanti che lasceranno un’immagine indelebile nell’anima, differente per ognuno di noi.