Delitti imperfetti di Albina Perri

Il “delitto perfetto” non esiste, come ci spiega questo libro dal titolo emblematico Delitti imperfetti (Mursia, 2023). Esistono solo i criminali fortunati e neanche troppo perché in Italia resta impunito appena un omicidio su quattro, compresi quelli di stampo mafioso.
Eppure, si continua ad uccidere - meno che in altri paesi europei - perché gli assassini in genere sono persone che sottovalutano le forze dell’ordine e al tempo stesso sopravvalutano sé stessi: pensano di essere inafferrabili e, invece, prima o poi commettono un errore e vengono arrestati. Nonostante questo, sono convinti che valga la pena rischiare, perché, se dovesse andare male, dopo pochi anni si uscirebbe di galera; invece, se dovesse andare bene, in galera non si entrerebbe proprio. Scambiano, insomma, i preconcetti per i fatti.
E se falliscono gli omicidi studiati, commessi da professionisti, pensati, architettati, organizzati al millimetro, tanto più falliscono quelli improvvisati e compiuti dalle persone comuni, fino al giorno prima anonimi cittadini “tanto gentili e che salutavano sempre”.

Escludendo mafiosi e grandi criminali, si tratta di persone mediocri, incapaci di trovare una soluzione più tranquilla e meno penalmente perseguibile ai propri problemi. Pochi di loro sono dei malati mentali, solo venti su cento, tutti gli altri spesso provano a farsi passare per matti ma in realtà sono solo degli sciocchi molto pericolosi.
Insomma, meglio non uccidere, tanto più che è sempre più difficile non lasciare indizi. Per scovare gli assassini oggi alle indagini tradizionali - la psicologia, la vittimologia, la balistica, lo studio degli schizzi di sangue, la tossicologia, gli esami autoptici, la raccolta delle testimonianze e il criminal profiling -, si uniscono le indagini scientifiche e tecnologiche e, in un prossimo futuro, arriverà anche l’Intelligenza Artificiale. Se nei casi irrisolti le tracce non vengono trovate, è solo per via di concomitanti e sfavorevoli circostanze, non certo perché non ve ne siano.

In questo libro Albina Perri racconta undici delitti imperfetti, storie di omicidi e degli errori commessi degli assassini, con la speranza che questo testo sia d’insegnamento agli aspiranti killer, perché come sostiene Vittorio Feltri nell’introduzione dell’opera:

Il crimine non paga, alla fine ti prendono sempre, quanto più cerchi il delitto perfetto, tanto più lasci impronte. È una specie di legge divina. Questa la tesi dell’Autrice, che in tal modo intende spingere a non percorrere la strada di omicidi e violenze. Eccellente intento pedagogico, e la statistica le dà ragione.

Di seguito un elenco delle città e i delitti narrati nel libro:

• Giuseppe Piccolomo, il killer delle mani mozzate, Varese
• La contessa Alberica Filo della Torre, l’Olgiata, Roma
• Maria Luigia Redoli, la Circe della Versilia, Forte dei marmi (Lucca)
• I ludwig, Verona
• Guerrina Piscaglia, Ca’Raffaello (Arezzo)
• Donato Bilancia, Genova
• Marco Vannini, Ladispoli (Roma)
• Isabella Noventa, Padova
• Il piccolo Tommy, Casalbaroncolo (Parma)
• Theodore Kaczynski, Unabomber, Lincoln (Montana, Stati Uniti)
• Yara Gambirasio, Brembate di Sopra (Bergamo)