Diari di viaggio in Italia e in Europa
- Autore: Virginia Woolf
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2016
“Atene – C’è così tanto da cogliere ad Atene che non occorre tentarne alcuna descrizione. Camminando placidamente, dando un’occhiata qua e là con comodo, lentamente si compone un quadro compatto. Non cercherò di riprodurlo qui per intero; ma come una libera donna inglese affronterò senza fretta le avventure quotidiane, significative o irrilevanti che siano. E dopotutto, ogni passo si posa su una terra sacra.”
Virginia Woolf non ha mai scritto propriamente letteratura di viaggio, sebbene pubblicò su alcune riviste qualche saggio relativo ad alcune sue esperienze all’estero. Tuttavia, ha sempre compilato i suoi diari durante i suoi numerosi viaggi in Italia e in Europa (Grecia, Turchia, Gran Bretagna, Francia, Olanda, ecc.), e questa bella raccolta, Diari di viaggio in Italia e in Europa (Mattioli, 2016), riporta alla luce i suoi scritti risalenti agli anni 1933, 1935 e 1938, tradotti e rivisti in una veste nuova dalle traduttrici Francesca Cosi e Alessandra Repossi.
Lo scopo di Woolf è quello di sperimentare un nuovo approccio descrittivo per trasmettere al lettore le sue impressioni visive e le sue immagini, sebbene come la scrittrice stessa ammette:
“Per quel che mi riguarda io scrivo. L’istinto zampilla come linfa in un albero. Il difetto di gran parte della mia scrittura descrittiva è che tende ad essere troppo definita”.
La lettura di questa bella raccolta di racconti di viaggio risulta molto interessante proprio per tale aspetto: ci mostra una Wolf completamente diversa da Gita al faro: i suoi taccuini sono scritti quasi di getto senza alcuna delle sue estenuanti e maniacali revisioni:
“Wells – 1-14 agosto. Quando leggo questo taccuino, come faccio a volte a Londra nelle serate domenicali, vengo colpita dalla sommarietà delle affermazioni – la trascuratezza delle descrizioni – la ripetizione degli aggettivi e in breve lo considero un lavoro molto precipitoso, ma mi giustifico ricordando in quali circostanze l’ho scritto.”
La grande scrittrice inglese ci stupisce quindi non tanto per le descrizioni di quanto visto piuttosto per le sensazioni di quanto vissuto:
“Costantinopoli – Via via che le luci apparivano a grappoli su tutta la terraferma, e l’acqua si affollava di luci, ti rendevi conto di essere lo spettatore di un dramma appassionato, che andava in scena senza darsi alcun pensiero o senza avere bisogno di certi lontani paesi d’occidente. E in tutta quella opulenza c’era qualcosa di minaccioso, e qualcosa di indecente – per una donna inglese alla finestra della propria camera. In ogni caso era uno spettacolo stimolante da osservare; e se posso impiegare l’eufemismo di uno scrittore di second’ordine, era per giunta molto bello.”
Voci, luci, suoni, riflessioni, sogni e desideri: pennellate di colore sul vasto panorama europeo che come cartoline di inizio novecento fanno da sfondo ai racconti della tanto amata protagonista.
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