Dietro le quinte della polizia
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Adelphi
- Anno di pubblicazione: 2022
Dietro le quinte della polizia (Adelphi 2022, traduzione di Lorenza Di Lella e Maria Laura Vanorio con una nota di Ena Marchi) è il quarto volume dei reportage di Georges Simenon (Liegi, 1903-Losanna, 1989), dopo Il Mediterraneo in barca (Adelphi 2019), Europa 33 (Adelphi 2020) e A margine dei meridiani (Adelphi 2021), che raccoglie articoli apparsi su diverse testate fra il 1933 e il 1937: La caravane du crime (La carovana del crimine), Une «première» à l’île de Ré (Una “prima” all’Île de Ré), Police judiciaire (Polizia giudiziaria), Les coulisses de la police: du quai des Orfèvres à la rue des Saussaies (Dietro le quinte della polizia: dal Quai des Orfèvres a Rue des Saussaies), Des crimes vont être commis... (Verranno commessi dei delitti…) e Police-secours ou Les nouveaux mystères de Paris (Il Pronto Intervento o I nuovi misteri di Parigi).
Se noi irriducibili innamorati delle atmosfere simenoniane pensiamo a Parigi, chissà perché ci viene in mente la Ville Lumière in autunno, i boulevard pieni di feuilles mortes, che appaiono così malinconicamente nostalgiche e affascinanti. Ecco perché aprendo questo interessante reportage, colpisce nelle primissime pagine del testo la fotografia in bianco e nero del grande Georges, pipa in mano e impermeabile, che davanti al Quai des Orfèvres, il Palazzo di Giustizia, osserva sornione davanti a sé consapevole di aver trovato una nuova trama letteraria da poter sviluppare al più presto. Ci piace pensare che lo scatto sia stato fatto in autunno ed è divertente vedere accanto al celebre autore belga un tipico poliziotto parigino.
Agli inizi degli Anni Trenta del XX Secolo, Xavier Guichard, allora direttore della Polizia giudiziaria di Parigi, propose a Simenon, che già aveva iniziato a pubblicare con successo alcuni romanzi con protagonista il commissario Maigret, di trascorrere qualche giorno al Quai des Orfèvres. Lì, in quel luogo quasi sacro per il romanziere, ci sembra di vedere Georges osservare tutto con sguardo acutissimo e sagace, accompagnare le pattuglie del Pronto Intervento nelle strade di Parigi, assistere a qualche interrogatorio per percepire la vibrazione, partecipare alle riunioni mattutine nell’ufficio del Grande Capo. Addirittura assistere agli esami psichiatrici nella cosiddetta infermeria speciale. L’esperienza piacque molto a Simenon, infatti scrisse una serie di articoli, oltre che annotare una serie infinita di spunti per i suoi romanzi. In questo caso il romanziere e il giornalista Simenon vanno a braccetto, e si fa fatica a capire chi dei due sia più bravo dell’altro.
Da questi reportage emerge nitida la Parigi dell’epoca, quella dei quartieri malfamati, degli immigrati delle banlieu, la Parigi dei ricchi borghesi delle strade eleganti, in contrasto con quella fatta dai piccoli artigiani degli arrondissement più poveri.
“Duecento assassini sono a piede libero e attraversano la Francia da un capo all’altro. Due o trecento uomini, non posso dirlo con esattezza, che hanno ucciso, chi una, chi tre, chi quattro persone, donne, bambine, per denaro o per vizio, qualcuno per gelosia; c’è chi ha fatto a pezzi i cadaveri, chi ha finito la vittima a calci, chi infine ha portato in giro per ore il corpo nel bagagliaio della macchina o lo ha bruciato a fuoco lento!”.
Dietro le quinte della polizia
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