Pena la morte e altri racconti
- Autore: Georges Simenon
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Anno di pubblicazione: 2022
Pena la morte e altri racconti (Adelphi 2022, traduzione di Marina Di Leo), contiene una raccolta di racconti di Georges Simenon (Liegi 1903 - Losanna 1989).
Dopo la fine della Seconda guerra mondiale, la scelta di lasciarsi alle spalle la Francia e di vivere negli Stati Uniti per dieci anni (dove Simenon avrebbe incontrato Denyse Ouimet, colei che sarebbe diventata la sua seconda moglie e madre di tre suoi figli), avrebbe segnato per l’autore l’inizio di un periodo operoso e appagante.
In questo volume, sono presenti cinque racconti. Il primo della raccolta è Il peschereccio di Émile (Le Bateau d’Émile) (1954); l’ultimo racconto scritto a Parigi dal quale, nel 1962, è stato tratto un film con Lino Ventura e Annie Girardot Letto, fortuna e femmine diretto da Denys de La Patellière.
I restanti quattro racconti sono i primi composti da Simenon nel corso del 1946 in territorio americano: I maialini senza coda (Les Petits Cochons sans queue); Lo scalo di Buenaventura (L’Escale de Buenaventura); Un certo signor Berquin (Un certain Monsieur Berquin); Pena la morte, Sous peine de mort.
Tra il 1929 e il 1962 Simenon scrisse ben 178 racconti, rivelatori, come del resto anche i suoi romanzi, della sua mente fervida, curiosa, piena di idee geniali. Racconti tragici, tragicomici, drammatici, brillanti, specchio della vita che Georges Simenon ha vissuto senza risparmiarsi, pensiamo soprattutto al suo rapporto con le donne.
In queste short-stories, il lettore non resterà deluso, immergendosi totalmente nell’atmosfera creata dal grande scrittore, sia che sia ambientato a Parigi o nella sonnolenta provincia francese, descritta con pochi, azzeccati aggettivi, dove Simenon, sembra quasi divertirsi nel disvelare immediatamente le personalità dei personaggi, tutti indimenticabili, sia i protagonisti sia i comprimari.
Un estratto dal racconto “I maialini senza coda”
Sulla telefonata delle sette non c’erano dubbi: Marcel l’aveva fatta dal giornale.
Germaine era appena arrivata al ristorante franco-italiano di boulevard de Clichy, dove cenavano di solito e si ritrovavano per tacito accordo, a meno che non si fossero dati appuntamento altrove. Gli sposini avevano il loro tavolo, accanto alla finestra. Era come un prolungamento di casa. Germaine aveva avuto giusto il tempo di sedersi e di constatare che erano le sette meno tre minuti quando si era avvicinata Lisette, la giovane guardarobiera. Marcel era al telefono: quella sera non avrebbe potuto raggiungerla al ristorante: c’era un incontro di pugilato al quale Marcel, il giornalista, non poteva sottrarsi. Allora Germaine aveva cenato da sola e poi si era diretta verso casa, situata vicino a place Constantin-Pecqueur. Nella sua abitazione, per ingannare il tempo, Germaine aveva preso il cappotto di suo marito con l’intenzione di cucire un bottone. Mettendo con noncuranza la mano in una tasca dell’abito, la giovane aveva scovato con raccapriccio, dentro un involucro di carta velina, un maialino di porcellana. Lei era sola, e all’improvviso aveva avuto paura di quella solitudine, talmente paura che si diresse verso la portafinestra e l’aprì.
Forse il maialino di porcellana era nella tasca da parecchi giorni o addirittura da settimane.
Pena la morte e altri racconti
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