Dove lei non è
- Autore: Roland Barthes
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2010
In Italia lo ricordiamo tutti come lo scrittore di "Frammenti di un discorso amoroso", ma lo scrittore Roland Barthes ha scritto libri essenziali per la cultura europea del ’900.
Qui siamo in una zona oscura: il libro "Dove lei non è" (Einaudi, 2010) è sulla morte della madre, un dolore carnale per quest’uomo che non aveva superato il complesso di Edipo e adorava la genitrice, come spesso accade agli omosessuali. Scrive dappertutto, su pezzetti di carta, su piccoli tovaglioli di un bar. Lui, poi, già malatissimo, tiene il diario per circa due anni, gli ultimi della sua vita, ma, in realtà, sembrano memorie pronte per una pubblicazione, per dare pace al suo dolore. Scrive il 27 ottobre:
"Ogni mattina, verso le 6 e mezza, fuori, nella notte, il rumore di ferraglie dei secchi di rifiuti. Diceva con sollievo: finalmente la notte è finita (ha sofferto di notte, da sola, cosa atroce)".
Frammenti, perché frammentario è il dolore, anche quando è unico ed esclusivo. Barthes continua a scrivere anche il suo capolavoro, "La camera chiara", anche questo attraversato dal concetto di distacco, di perdita.
La morte è scandalosa, ci libera da persone con cui abbiamo intessuto abitudini quotidiane, ti lascia basito, lo scrittore non sentirà più la voce della madre che lo chiama per una tazza di caffè o per prendere le medicine.
Quello che commuove è la densità della scrittura. Si chiede della misura del lutto che dovrebbe essere di diciotto mesi e poi la cosa più importante scritta il 30 ottobre che citiamo:
"che questa morte non mi distrugga del tutto, significa che voglio davvero vivere perdutamente, alla follia, e che dunque la paura della mia propria morte è sempre presente, e non e stata spostata di un pollice".
Sincerità estrema, in questo lutto che definisce "caotico", la sogna tutte le notti nella sua camicia da letto rosa, poi si fa prendere dal senso di colpa credendo che il suo lutto si riduca solo a una forma di emotività, dove Dio è assente.
Non c’è conforto religioso, nulla, si annoia ovunque vada, trova vita nel fare sesso con giovani tunisini in un viaggio nel nord Africa, ma si pente, scappa, va a sfogare da solo la sua tristezza.
E di nuovo:
"Pensare, sapere che mamma è morta per sempre, completamente....e che io morirò per sempre e completamente".
Unici rifugi: la scrittura e la lettura, ad ognuno il suo ritmo di tristezza. Odia la parola lutto e a chi si rammarica per la perdita Barthes dice che lui vive nella sua tristezza.
Sempre più malato, rallenta il ritmo del diario che si fa minimo, una frase al giorno, poi più niente. Ecco a leggere tutto questo si può pensare a un libro monotono, invece è uno dei diari più belli che io abbia mai letto.
Dove lei non è
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