È solo nella tua mente ed è reale
- Autore: Gianfranco Sorge
- Genere: Raccolte di racconti
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
“È solo nella tua mente ed è reale” di Gianfranco Sorge (goWare, 2015) racchiude un grappolo di racconti con un unico denominatore comune: il sogno. Non si tratta di pazzia, tutti quanti almeno una volta nella vita abbiamo trascorso una notte con la mente immersa in tali vagabondaggi. Essere domati, colpiti, puniti come una bestia feroce per sedare i nostri bassi istinti, oppure provare l’irrequieto timore che una persona cara possa essere cambiata, tanto mutata da non sembrare più lei, ma un guscio riempito da un alieno crudele, o provare paura del buio o della troppa luce che svela, mette a nudo, o ancora vivere l’incontro sempre paventato col diavolo; ci è stato raccontato con un sibilar di denti socchiusi nelle serate lunghe e oscure della nostra infanzia e credevamo di sorprenderlo dentro una cassapanca, nel pertugio del soffitto, di veder sgusciare la sua ombra dietro un angolo, uno dei tanti della vecchia casa di campagna. Magari può esserci capitato di esserci svegliati all’improvviso e con il fiato grosso proprio mentre eravamo seguiti in ogni nostro motto da una telecamera che non ci lasciava tregua.
Che dire poi della paura a volte irrazionale della malattia e che non resti nulla di noi, consunti, vinti, atterrati da essa, o dell’attaccamento maniacale a un oggetto che diventa parte di noi o per una persona che non c’è più e che ci accaniamo a sentir viva? Dal sogno, in questo libro, si transita in fretta alla psicanalisi, alla diagnosi medica accurata e scrupolosa che riesce a determinare quanto di insano c’è in ogni nostro pensiero, nei desideri che non siamo in grado di chiarire e si fanno bramosi, ossessivi. Ed è il medico, in ascolto, a fare una disamina precisa, alla ricerca del momento in cui un normale pensiero diviene patologia. Toccare e desiderare di farsi toccare senza consenso in metropolitana, intrecciando il nostro perdersi con i colori delle sue linee, può bastare a definire qualcuno frotteurista? E quanto è colpa della nostra psiche se una donna amata si trasforma in una putrida e orrenda strega?
Ci sono, nei racconti di Sorge, tutte le nostre paure di bambini, le fiabe non poi così tanto innocenti che ci narravano e che sapevano incollarci al letto, con immagini truci di streghe e Pollicini, di Hansel e Gretel tenuti in gabbia e ingrassati per diventare pasto come polli o conigli. Penso alla storia di Pirloffo, il cagnolino dolce e dagli occhi brillanti e buoni, un batuffolo che in realtà è in grado di distruggere i suoi avversari rubando loro forze ed energie.
Quella dei Triciclopi è la straordinaria vicenda di una lucida pazzia e dimostra come certi ragionamenti insani abbiano la stessa struttura di quelli partoriti da una mente normale. Ciclopi che si uniscono con esseri umani e danno vita a creature con tre occhi, creature maligne, che si mischiano alle persone per annientarle. Mi ha colpito molto Flamenco con il suo descrivere in maniera minuziosa il piacere che è provocato dal dolore fisico e psicologico. Un uomo su cui un fantastico danzatore esegue appunto il suo flamenco, costole che scricchiolano, ossa frantumate. Fino allo stremo. Masochismo quasi erotico, nascosto nei meandri della mente che si ripete con il trionfo della morte dei cavalli al macello, uccisi e truccati dalla pittrice che ne fa “Maschere della morte” in Quadri.
Il grosso utero minaccioso di Pesca subacquea sembra scaturito dalla fantasia di Woody Allen mentre l’immagine dei libri che distruggono lo scrittore che li ha generati può tranquillamente popolare i sogni di ogni autore che si rispetti.
Non manca in queste storie l’ospedale psichiatrico, con il suo odore, il suo bianco di pena e sofferenza, ma anche le immagini più terribili sono trattate da Sorge con misura, con il pacato equilibrio di chi con le perversioni umane, da quelle più comuni a tutti noi a quelle internate in un manicomio, ha a che fare ogni giorno. Le segna minuzioso sul suo blocchetto mentre il paziente è abbandonato sul lettino, le elabora, ne fa, con il suo linguaggio elegante e ben padroneggiato, di tutto rispetto, storie coinvolgenti, terrificanti proprio perché risvegliano qualcosa, là in fondo nel nostro subconscio. E mentre vi sdraiate sul vostro Divano giallo in compagnia dei 18 racconti di È solo nella tua mente ed è reale, magari in una notte buia e tempestosa, tenete ben d’occhio la porta e attenti a quello che vi verrà a trovare quando andrete a dormire.
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