È tempo di ricominciare di Carmen Korn

“È tempo di ricominciare” (Fazi 2019, titolo originale "Zeiten des Aufbruchs", traduzione di Manuela Francescon) è il secondo capitolo, dopo “Figlie di una nuova era” (Fazi 2018), della trilogia tutta al femminile che abbraccia il Novecento, della scrittrice e giornalista tedesca Carmen Korn, nata a Düsseldorf nel 1952, che vive ad Amburgo con la sua famiglia.

Cominciava a germogliare in lui l’idea che forse non era troppo tardi per un nuovo inizio, per tornare ad avere in casa del rumore, della vita e, perché no, anche un cane.

Amburgo, marzo 1949. A Theo, ginecologo alla clinica Finkenau divorziato e senza prole, ciò che disturbava di più era il silenzio, perché l’assenza totale di rumore evocava in lui le ombre dei morti, dei dispersi. Quante vittime innocenti aveva causato la Seconda guerra mondiale e quante ancora erano le persone disperse nella furia cieca di un conflitto barbaro che non aveva avuto un briciolo di pietà per niente e per nessuno. A tre anni dalla fine della guerra, Käthe, oste­trica alla clinica ginecologica Finkenau arrestata dalla Gestapo con la madre Anne nel 1945, sembrava scomparsa nel nulla. Eppure Henny, anche lei ostetrica alla Finkenau e grande amica di Käthe, era certa di aver intravisto l’amica sopra un tram la notte di San Silvestro del 1948. Se quella di Henny non era stata un’allucinazione dettata dalla speranza, come invece sosteneva Theo, per quale motivo Käthe “la rivoluzionaria” si nascondeva?
Rudi, il marito di Käthe, fervente comunista come la moglie, si trovava in uno dei tanti campi russi per prigionieri di guerra sugli Urali. Per chi era tornato dalla guerra come Thies, sopravvissuto al gelo russo e chi invece aveva combattuto sul fronte interno, come Guste, donna dal cuore tenero che accoglieva nella sua pensione chi aveva bisogno di aiuto e supporto, era arrivato il momento di ricominciare a vivere una vita normale, anche se le macerie della guerra erano ancora visibili. Del resto alla Finkenau, stava nascendo una nuova generazione, destina­ta, questo era l’auspicio di tutti, a vivere una pace duratura.

Di bambini ne venivano al mondo tanti: un mira­colo postbellico. O semplicemente gli uomini, reduci dai fronti di mezzo mondo e da indicibili privazioni, volevano recuperare il tempo perduto.

Nel primo romanzo della “Jahrhundert Trilogie”, Carmen Korn, attraverso il ritratto di quattro giovani donne completamente diverse tra loro per estrazione sociale e personalità, descrive la Germania che consentì a Hitler l’ascesa al potere, i dolorosi anni di guerra e una nazione in ginocchio. Nel secondo volume della trilogia, quello stesso Paese, intende tramutare le sue speranze in realtà. Nelle storie personali di Henny, Lina, Käthe e Ida, che detestano Hitler con il nazismo e si preparano a mettere a dura prova la loro determinazione e forza di volontà, si riflette la grande Storia con le sue luci e le sue ombre. In queste pagine scritte con realismo e partecipazione ecco avanzare una nuova era, gli anni Cinquanta e Sessanta incombono con fatti storici come la costruzione del Muro di Berlino, la Guerra Fredda, il timore di nuovi conflitti, questa volta deflagranti, con eventi finora ritenuti impensabili, come lo sbarco sulla luna del luglio 1969.

Però è affascinante. Vi rendete conto che quel tale sta camminando sulla Luna?.