E un’altra cosa...
- Autore: Eoin Colfer
- Genere: Fantascienza
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2010
I sequel, si sa, sono sempre un terreno minato. Anche perché, normalmente, se un’opera si merita un sequel, arriva certamente da un successo e da una popolarità tali da generare l’idea: un’opera fallimentare o sconosciuta non provocherà certamente in nessuno l’esigenza di portarla avanti.
Nel caso della “Guida Galattica per gli Autostoppisti” di Douglas Adams, oltre al fenomenale successo ottenuto dalla “trilogia in cinque parti” è stato determinante il fatto che il suo autore, alla sua scomparsa, avesse lasciato vari appunti finalizzati alla realizzazione di un sesto capitolo. Di trarne una sesta parte è stato incaricato lo scrittore irlandese Eoin Colfer, che, curiosamente, aveva anche una certa somiglianza fisica con Adams (lo si può verificare nella foto della quarta di copertina). Ne è risultato questo sequel, E un’altra cosa..., che ha lasciato piuttosto freddi gli appassionati e che, generalmente, viene letto solo “per amore di completezza”, per poter dire “non ho tralasciato nulla”.
In effetti, non è che questa sesta parte aggiunga o tolga niente alle cinque precedenti. Innanzitutto, parliamo dello stile: se quello di Adams riusciva comunque a rendere piuttosto ordinato il mondo caotico della Guida, denso di pianeti e pianetini, nemici e quasi-amici e termini fantascientifici completamente inventati, in questo sesto libro la confusione aumenta, alimentata soprattutto dal proliferare di parole uscite solo dalla fantasia dell’autore e di centinaia di “note alla Guida” che si riferiscono a fatti, luoghi e popolazioni che sembrano uscire dal nulla. Tutto questo malgrado l’azione sia ridotta al minimo: i personaggi essenziali del ciclo (Arthur, Ford, Zaphod, Trillian e Random, figlia di lei e Arthur) sembrano solo versioni invecchiate e meno efficaci di se stesse, intente a girare in tondo senza una vera direzione, incerte sul da farsi e sul come portare avanti la propria vita in un universo talmente campato per aria da rendere perfino i vogon, i nemici storici, del tutto inefficaci e incapaci di somigliare a una reale minaccia per chicchessia.
Arthur e Trillian sono invecchiati, e lui non fa che sospirare pensando a Fernchurch, ormai quasi solo un’idea nella sua mente, mentre lei intreccia una relazione con Wowbagger, l’alieno immortale che vorrebbe morire. Zaphod si è fatto togliere una delle due teste, che adesso vive in proprio, e tenta la fortuna come manager del dio Thor. Random, ex Presidentessa, farebbe di tutto pur di diventarlo nuovamente. Persino Ford Prefect non è più che l’ombra dell’avventuriero incosciente di una volta. La Guida viene nominata molto raramente, per non dire quasi per niente, a parte le abbondanti note che, però, non costituiscono alcun legame con i precedenti libri. Nessuno si sogna più di dire “La risposta è 42” ne’ “Non fatevi prendere dal panico”, ed è sinceramente arduo immaginare un nuovo capitolo della “trilogia” senza queste due frasi che hanno fatto letteralmente epoca.
Verso la fine, forse per l’aumento di azione, la lettura diventa un poco più scorrevole e agevole: ci si diverte a seguire l’exploit di Thor ai danni di Wowbagger e, quasi una telenovela contrapposta al combattimento, il “dramma familiare” tra Arthur, Trillian e Random; ci si sorprende di trovare un elemento “destabilizzante” anche fra i vogon. Ma sono buoni spunti che arrivano troppo tardi. Come già detto, è un romanzo da leggere, casomai, giusto “per amore di completezza”.
E Un Altra Cosa Guida Galattica Per Gli Autostoppisti Di Douglas Adams Parte Sesta Di Tre
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