Edward. Il mistero del Re di Auramala
- Autore: Ivan Fowler
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Piemme
- Anno di pubblicazione: 2016
Arriva dall’altro mondo Ivan Fowler, l’autore di “Edward. Il mistero del Re di Auramala”, da qualche settimana in libreria per i tipi Piemme (pp. 514, euro 19,00). Non esageriamo: è solo nato agli antipodi, a Darwin in Australia, vive a Pavia da molti anni ed è cantante lirico, compositore, cantastorie, oltre che appassionato di storia. In questa veste, coordina l’Auramala Project, che vuole fare luce sui misteri legati alla sorte di Edoardo II, sovrano inglese del XIV secolo, un condottiero britannico quasi sempre sconfitto, schiacciato tra due omonimi vincenti. Il padre, Edoardo I è passato alla storia come “il martello di Scozia”, per i successi contro i cugini settentrionali e il figlio Edoardo III ha battuto i francesi ogni volta che li ha incontrati, comprese le grandi battaglie di Crecy e Poitiers.
Il progetto internazionale di ricerca si impegna a chiarire se il debole secondo Edoardo sia stato davvero ucciso nel castello di Berkeley, in Inghilterra, nel 1327 o se si sia fatto credere morto per esiliarsi da eremita negli Appennini, sopra Pavia, come risulterebbe da qualche documento.
È il terzo degli Edward (come Fowler preferisce chiamare i tre Plantageneti) a mostrarsi per primo nelle pagine del romanzo, nel 1340, a bordo dell’ammiraglia della flotta inglese che sta forzando il triplice sbarramento di navi francesi che chiudono la rada di Sluis, nelle Fiandre. Lo sfondamento ha successo, grazie al voltafaccia ben pagato della squadra mercenaria di Genova. Tradendo il soldo transalpino, le navi della Repubblica marinara virano e si allontanano, rafforzando l’ascendente sul re di un patrizio genovese, Niccolò Fieschi, temuto e odiato dai nobili britannici.
Il capitolo successivo fa un passo indietro. Si torna a tre anni prima, quando in effetti, il cugino di Edward e il vescovo de Bury avevano incaricato di una missione segreta - Estirpare la rosa dal giardino dei Fieschi – il più capace agente della Corona, John de Ulgham e il promettente discepolo, William de Tels. È quest’ultimo la voce narrante che descrive le avventure della coppia di detective medievali. In alternanza, altri capitoli seguono gli altri personaggi di un puzzle storico che spazia dall’Inghilterra alla Francia, all’Italia del Nord, al territorio di Pavia in particolare.
La penisola è nel destino anche del terzo Edoardo, per via di Genova ed anche di Firenze, che con i suoi banchieri sostiene lo sforzo oneroso inglese di sfondare sul suolo fiammingo. È nella nostra terra, peraltro, che vive un pellegrino gallese di nobile portamento e aspetto robusto. Serve da semplice converso i monaci di un convento nel Pavese, l’Abbazia di Sant’Alberto di Butrio.
Qualcosa minaccia intanto la titolarità stessa del trono di Londra. Ha un nome, Edward e un numero: due. È la figura del debole padre del sovrano, più insidioso da morto che da vivo.
Il re padre è davvero sepolto a Gloucester? Non è forse fuggito, riparando a Pavia? Sono del resto le domande alle quali vuole rispendere The Auramala Project. Il romanzo è nato sei anni fa come idea ambiziosa dell’Associazione Culturale pavese Il Mondo di Tels.
“Ne sono diventato l’autore materiale quasi per sbaglio” - spiega Fowler in appendice - “per colpa di un “sì” di troppo, scappato sulla scia dell’entusiasmo e di una sana, incontrollabile follia. Sapevo fin dall’inizio di essere parte di una squadra di persone formidabili”
che in gruppo e singolarmente hanno dato con entusiasmo un contributo a migliorare il suo lavoro. Oltre Manica, invece, solo scetticismo e ironia, a fare da contraltare al virus Tels.
Il Progetto Auramala ha tre obiettivi: portare all’attenzione del pubblico il mistero sulla fine di Edward II, con il romanzo storico “Edward”; cercare negli archivi del Nord Italia atti che possano chiarire il destino del re; condurre indagini scientifiche genetiche sui resti attribuiti al secondo Edoardo II nella monumentale tomba di Gloucester. Un enigma della storia in via di soluzione, test del DNA mitocondriale permettendo.
Al momento, Auramala ha già raggiunto un risultato se non un obiettivo: Ivan Fowler ha dovuto studiare e documentarsi con tanta intensità da offrire un indubbio valore aggiunto ad un progetto di ricerca storica per pochi addetti ai lavori, trasformandolo intanto in un romanzo d’avventura ben scandito, a beneficio di un numero molto elevato di lettori.
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Anno 1337, a pagina 23 il nonno racconta ai nipotini la fiaba della "piccola Rose" (cappuccetto Rosso) ma la prima versione della fiaba è di Perrault (1697) e la seconda versione è dei f.lli Grimm (1857).
Esiste una precedente versione del 1300 (non mi risulta) oppure è una licenza estrosa dell’autore?
Mi sfugge qualche cosa?
Ciao Elena,
complimenti per l’attenzione!
La tua osservazione merita una risposta pronta, anche se non potrà essere esauriente perchè ci porta nel campo della tradizione favolistica più antica, che si trasmetteva attraverso il racconto dei nonni ai nipoti.
Ho troppa stima di Fowler per dubitare di una forzatura... è possibile che nelle linee più generali la storia dell’ingenuità messa alla prova provenga addirittura dalla prolifica favolistica del mondo greco-romano, ma è certo che della bimba e del lupo che la minaccia si raccontasse già (proprio) nel 1300, in Europa, in Francia.
Perrault l’avrebbe ripresa da fonti orali nel 1697.
Un secolo e mezzo dopo, i fratelli Grimm hanno ampliato il racconto, aggiungendo il ruolo (salvifico) del cacciatore (o taglialegna, secondo una stesura seguente).
Quella di Perrault e dei favolisti tedeschi sarebbe quindi la scrittura in bella copia di una favola antichissima...
Spero di aver soddisfatto la tua curiosità, a presto