Enon
- Autore: Paul Harding
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2013
Con “Enon” ritornano gli eventi della famiglia Crosby di cui ci aveva narrato Paul Harding ne “L’ultimo inverno”, romanzo vincitore del premio Pulitzer 2010 e grande successo letterario. Filo conduttore, nelle due storie, è la tematica del dolore, unita a quella della morte.
Protagonista di “Enon” è Charlie Crosby, nipote di George, personaggio principale del primo romanzo di Harding. Mentre gli altri uomini di quella famiglia se n’erano andati prima delle loro mogli e dei loro figli, a Charlie tocca una ben più triste sorte: quella della perdita dell’adorata figlia Kate, di soli tredici anni. La sua morte, per il protagonista, è anche la propria morte. Lui, nato da una breve relazione, cresciuto senza padre, incapace di portare a termine gli studi, mantiene la famiglia solo facendo l’imbianchino e curando i giardini delle ville. Prova costantemente, purtroppo così, un senso di inferiorità, ora anche nei confronti della moglie Susan e della di lei famiglia. E’ Kate, però, a rinsaldare, giorno dopo giorno, l’amore della coppia facendo in modo che in casa regni sempre l’armonia. Nonostante le normali difficoltà della vita, il quadro di famiglia appare idilliaco fino a quando, un giorno, alla fine dell’estate, Charlie riceve, mentre sta tornando da una passeggiata vicino al lago Enon, la telefonata della moglie che gli dice che Kate è stata investita ed è morta. I primi giorni dopo la scomparsa della figlia, Charlie non realizza pienamente che Kate non c’è più. Riesce a mantenere una certa calma nonostante il grave lutto e ad occuparsi perfino dell’organizzazione del funerale. Accoglie suoceri e cognate, condivide il proprio dolore o, meglio, ciò che esterna; ma quando Susan decide di raggiungere la propria famiglia per una settimana nella cittadina di origine, il dispiacere di Charlie dirompe. Pare un fiume in piena che oltrepassa gli argini, spezza muraglioni e dighe, tutto invade e tutto copre. Poco prima della partenza della moglie, l’uomo, ormai al di là di ogni sopportazione, sferra un potente pugno contro un muro di casa e si rompe in più punti la mano. E’ questo l’inizio di una discesa non verso gli inferi, ma sicuramente verso un luogo molto simile all’inferno perché il protagonista perde per sempre la moglie che a lui, non sentendosi più unita, rimarrà con i genitori. Egli non sa più a cosa e a chi aggrapparsi: ora è disperato perché non riesce ad accettare di essere sopravvissuto alla propria figlia. Seda così la sofferenza fisica ma, soprattutto quella spirituale, con forti antidolorifici che gli provocano quella sensazione di ottundimento che non lo fa pensare al dramma vissuto o gli fa rivedere Kate sotto forma di allucinazioni.
Passa il tempo e Charlie non reagisce. Il mondo non è più lo stesso. Enon, le sue vie, il suo lago attorno al quale aveva passeggiato con la figlia, gli appaiono sotto altra forma. Tutto era bello con Kate, anche il minimo dettaglio, anche il più semplice gesto e la più comune esperienza di vita. Nel primo anno di lutto Charlie diventa l’ombra di se stesso, si abbruttisce, perde peso perché mangia poco e si nutre solo della sua sofferenza. A questo si aggiungono i danni provocati dalla dipendenza dai farmaci di cui oramai lui non può fare a meno e che cerca di procurarsi anche con mezzi illeciti. Mentre il dolore fa il suo corso, Charlie incontra alcune persone ma una, in particolare, Mrs. Hale, anziana signora che Charlie conosceva già quando accompagnava il nonno a ripararle un pregiato orologio di casa, gli parla a cuore aperto e gli esprime, oltre che il proprio dispiacere per come lui si sia ridotto, anche il risentimento perché l’uomo si trova in questo stato per egoismo, perché non manifesta gratitudine per aver messo al mondo una creatura adorabile come Kate. Parole semplici ma dirette, una vera epifania per il protagonista che, per la prima volta, osa guardare dentro se stesso. Da qui la storia ha una svolta: il percorso sarà tortuoso, difficile ma Charlie non si aggrapperà più a un ricordo disperato di Kate. La lascerà andare, tenendola nel suo cuore non come un uomo angosciato ma come quel papà che voleva dare sempre il meglio per la sua bambina.
In questo romanzo dai toni forti, Paul Harding si ripropone come quello scrittore dotato di grande talento che sa leggere nell’animo umano affrontando argomenti comuni a tutti noi come la sofferenza e la morte e sa descrivere i sentimenti dei protagonisti con precisione e partecipazione. Come dice l’autore stesso, “Enon” è il secondo capitolo della trilogia iniziata con “L’ultimo inverno”. Un ottimo inizio e una buona continuazione attraverso stralci di vita assai difficili da raccontare. Paul Harding è davvero un autore i cui romanzi val la pena di leggere perché
"sa descrivere quello che sembra impossibile dire a parole".
ENON. DOPO L’ESTATE
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