Eva. Le dissolvenze dell’essere
- Autore: Nicoletta Stecconi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2015
Una scrittrice di razza è senza dubbio Nicoletta Stecconi, che riesce a creare una trama interessante ogni volta che scrive, e a narrare, anche in una realtà tecnologica prossima futura, la storia di una donna, la sua naturale sensibilità e l’emergere delle sue passioni, sentimenti ed emozioni.
Eva. Le dissolvenze dell’essere è il nuovo romanzo uscito pochi giorni fa e pubblicato dalla Leucotea Edizioni, la stessa casa editrice che ha curato Ragnatele invisibili, il suo successo letterario del 2012. Nicoletta Stecconi ama le storie al femminile: sono sempre al centro delle sue narrazioni con i loro amori non ricambiati, i tradimenti, le gioie e le difficoltà nell’affrontare il dolore che lacera e annulla i ricordi di una vita. Con il suo nome, madre dei viventi, dal significato profondo nell’immaginario biblico, Eva si divide tra dimensioni diverse, quelle apparentemente di una vita normale con il lavoro, un marito, e quelle di una realtà virtuale nella quale avverte la condivisione intima dei suoi sentimenti. È il 2024, l’anno in cui compie quarant’anni.
Eva è una bella donna, alta, dal corpo magro, gambe lunghe e dall’aspetto androgino. All’università ha conosciuto il marito, non ha figli, è sola. Lavora in un anonimo call center, uno dei tanti sorti nelle periferie delle nostre città. Protagonista di una quotidianità anonima senza più bellezza, fuori e dentro le mura della propria città, in perenne attesa di qualcosa, Eva ci esorta ad entrare nel suo mondo interiore. Il suo passato, a tratti dimenticato, invade il suo presente: ricordi, frammenti, la sommergono, poi scompaiono e di nuovo riemergono. Il nero della sua anima, della sua mente, la inquieta e la devasta. Lei sembra disperdersi come la sua immagine virtuale, Evatar, di infiniti pixel, che all’improvviso si disgrega nello schermo del computer.
“Non ricordo perché i miei genitori non ci sono più… figlia unica dai ricordi semi smarriti… tutto è fermo… Cosa è mai accaduto? In quale condizione mi trovo? Mi chiamo Eva e vivo nell’infinito presente di uno stato occidentale, nell’anno 2024, lavorando ogni volta per tre mesi, conferma dopo conferma, ormai da diversi anni. Vivo ingannata da un ridondante girotondo di ricordi che pian piano affiorano portando alla luce tracce del passato.“
Una linea sottile sembra congiungere le vite di Francisca, la protagonista di Ragnatele invisibili ed Eva. Cosa le unisce? Il Novecento lasciato alle spalle con la sua eredità pesantissima, i suoi orrori erano stati determinanti nella vita di Francisca ed ora diventano fardelli nella vita di Eva. La bellezza delle nostre città è stata dimenticata e violata; la socialità e le comunità che avevano reso dinamico ed efficiente il nostro Paese sono solo un ricordo che appartiene ai tempi migliori. La vita scorre tra griglia di palazzi uniformi, ingrigiti dallo smog, strade senza più vegetazione, tra monumenti rovinati dal tempo, nessun colore che sappia infondere la speranza. È la vita che abbiamo scelto, nascosti alla luce e chiusi al mondo. Ma com’è questo mio mondo, si chiede Eva. Città rovinate dall’incuria in una geometria senza regole, ci si muove nella folla omogenea senza pensieri, con la sola voglia di fuggire. Lo scenario di Eva potrebbe essere quello raffigurato nella copertina che l’autrice ha disegnato: eliche spettrali che muovono un’aria grigia e fumosa.
Anche l’amore non è più un protagonista nella vita delle persone, sembra dissolversi per poi ricomparire in un sogno, come la coscienza individuale e collettiva che ha dimenticato la giusta visione del mondo. Eva è divisa in due, davanti allo specchio nella sua immagine riflessa scorge un’anima affranta e con le dita sulla tastiera, nella realtà virtuale recupera attimi di vita, emozioni, deviazioni e follia, alla ricerca dell’unica vera libertà raggiungibile in quel momento. Oltre la coscienza, Eva è contro Eva, necessario per conseguire consapevolezza di se stessi e del proprio passato, carico di malinconia, che lentamente riaffiora.
“Sola, anche dentro, immagine in fuga, capelli rossi ..occhi grandi, nocciola, mi avvicino alla superficie piana e gelida… dimensione astratta, cerchi concentrici, spirali, il tempo si cancella non si ferma… insana inquietudine, vana ricerca di qualcosa d’indefinito… è qui che mi riconosco, nonostante la perdita, la mancanza, l’assenza, amo la donna oltre lo specchio… un rumore distoglie i pensieri, le immagini si dissolvono.“
Un romanzo intenso, intriso di significati ed emozioni. Un personaggio femminile, Eva, che come un’eroina di Jane Austen si fa carico del suo mondo, dei suoi tormenti e alla sua storia affida sentimenti, emozioni, sogni e pulsioni. Un romanzo il cui stile narrativo di successioni di ricordi, impressioni e suggestioni, pone al centro della trama l’insicurezza dell’essere umano che talora implica la dissolvenza della propria identità.
Lo specchio, ricorrente nell’opera dell’autrice, rimanda al ricordo delle immagini riflesse e instabili dei personaggi e all’inquietudine dell’io in un mondo che si disgrega dei romanzi di Francis Poictevin, lo scrittore francese di fine Ottocento ormai dimenticato. Una lettura vivamente consigliata!
Eva. Le dissolvenze dell'essere
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Eva. Le dissolvenze dell’essere
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