Falegname di parole. Le canzoni e la musica di Fabrizio De André di Luigi Viva

Luigi Viva, giornalista, critico musicale e autore di importanti monografie, ha completato con questo nuovo libro un lungo viaggio nella vicenda biografica e artistica di Fabrizio de André, iniziato con "Non per un Dio ma nemmeno per gioco" (1992-1999). Questo secondo volume "Falegname di parole. Le canzoni e la musica di Fabrizio De André", (che ha avuto la sua fonte di ispirazione a seguito del recente ritrovamento di un’ulteriore bozza da lui annotata nella biblioteca del Centro Studi Fabrizio de André presso il Dipartimento di Scienze storiche e beni culturali dell’Università di Siena) integra con ritocchi e approfondimenti il lavoro rigoroso e appassionato di ricerca intrapreso nel libro precedente, offrendo ai fans del cantautore genovese, vecchi e nuovi, un indispensabile strumento per approfondirne la vita, lo stile, il pensiero.

Il titolo del volume felicemente evoca e suggella in un unico sintagma lo spirito di un’opera poetica e musicale impareggiabile che, a vent’anni dalla scomparsa del suo autore, non cessa di splendere per l’altissima qualità dei versi e delle melodie. Un’opera in cui l’ispirazione artistica e civile appare sempre supportata da un lavoro severo e scrupoloso, da orafo paziente, su ogni singola nota e parola. Come ricorda Ivano Fossati, che collaborò con de André alla stesura dei suoi ultimi album, in una delle tante testimonianze raccolte nel libro:

Lui sa benissimo che dietro ogni parola c’è piazzata una responsabilità, bisogna dire le cose che si condividono realmente, non le altre, e allora la scelta di un termine, di un sostantivo, di un aggettivo, mi ricordo, poteva prendere anche tre giorni.

Anche il libro di Luigi Viva è il frutto di una condivisione: di un’opera ancora vitale e nutritiva, di una "smisurata preghiera" che continua a dire e che le pagine dei due volumi, attraverso i colloqui diretti e amichevoli con il poeta e, dopo la sua scomparsa, di una memoria che da lontano continua a visitarci, ci restituiscono intatta una nostalgia, che come accade sempre nelle vicende dei grandi artisti, dei veri poeti, non è uno sterile ancoraggio ad un passato confinato nello spazio dei ricordi, ma un’ipotesi aggettata vitalmente nel futuro. Anche per questo forse de André è più vivo che mai, nonostante la sua prematura scomparsa. Faber continua ad abitare non soltanto nella nostra memoria fedele, nella devozione di chi amandone la voce e i versi ha continuato e continuerà a sillabarne rime e intonazioni, ma soprattutto nei pensieri, nelle idee, nei dubbi, negli innamoramenti con cui quotidianamente visitiamo e siamo visitati da quel fermento di realtà, in cui vivendo costruiamo quell’ipotesi che è la nostra vita.
Che cosa direbbe Faber? Cosa penserebbe? Come musica ne farebbe?.... È quello che ho chiesto oggi a scuola irritualmente ai miei studenti presentandogli un testo di de André da leggere e meditare nel rituale compito di italiano. Ne è nato un canto.

Il volume, splendidamente illustrato da fotografie e documenti rari, è introdotto da una presentazione dedicata alle radici culturali dell’autore (la famiglia, la prima chitarra, l’incanto per la campagna e la natura e i primi innamoramenti), al panorama musicale degli esordi, alle prime pubblicazioni in 45 giri e prosegue con un’analisi dettagliata di ogni singolo album, da Volume 1 a Anime salve. Questo inestimabile lavoro di documentazione testimonianza è completato da una discografia essenziale.