Fatti di Masolino e di Masaccio
- Autore: Roberto Longhi
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2018
Uno dei più importanti cicli di affreschi che ci giungano dal Quattrocento, e sicuramente anche per quanto riguarda la nostra eredità artistica in generale, è senza dubbio quello della Cappella Brancacci situata nella Chiesa del Carmine a Firenze. L’immagine iconografica della cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre è universalmente nota, e il nome del suo artefice, Masaccio, immediatamente evocativo anche per chi abbia solo una minima cultura di tipo scolastico.
Leggermente meno noto è invece il nome del suo sodale, Masolino, che, messo così, potrebbe suggerire a chi non si intendesse di arte l’appellativo riferito a un giovane allievo. Niente di più sbagliato, in quanto Masolino era non solo di maggiore età rispetto a Masaccio, ma anche più navigato in relazione al mestiere. Ma (qui sta la particolarità), neppure Masaccio fu allievo di Masolino: anzi, il giovane “neofita” influenzò l’affermato maestro molto più di quanto non fosse logico pensare, incontrando spesso quelle normali resistenze delle “vecchie” mentalità verso le innovazioni, ma lasciando comunque il proprio segno indelebile nella pittura del suo collaboratore.
I due artisti si trovarono, infatti, a collaborare in varie occasioni, a volte lavorando fianco a fianco, a volte alternandosi nell’esecuzione delle varie commissioni, essendo uno dei due richiamato lontano da qualche importante lavoro affidatogli singolarmente. Lungi dall’essere di ostacolo, la loro diversa mentalità costituì invece un arricchimento per entrambi, e, conseguentemente, per le opere da loro consegnate a futura testimonianza della loro arte. Iniziando dalla celeberrima “Sant’Anna metterza”, che può essere ammirata agli Uffizi, passando per gli affreschi della Chiesa di San Clemente a Roma e puntando, come è logico, alla sublime Cappella Brancacci, Roberto Longhi, uno dei più importanti storici dell’arte mai esistiti, in questa raccolta di scritti degli anni quaranta (pubblicati originariamente in La critica d’arte) ci accompagna per mano alla scoperta delle influenze e delle differenze che distinguono il lavoro dei due artisti, analizzando le opere nelle quali spesso convivono elementi di diversità facilmente distinguibili, in una sorta di erudito gioco che, nei secoli, ha appassionato gli studiosi di ogni provenienza.
Né il discorso potrebbe fermarsi semplicemente a Masolino e Masaccio: è giocoforza comprendervi gli artisti loro contemporanei, facendo paragoni con le realizzazioni di questi ultimi, analizzando, e, se del caso, dubitando di attribuzioni e ipotesi formulate in passato. Non è un percorso facile, né adatto a chi non abbia una minima base di conoscenza: l’analisi di Longhi è minuziosa e particolareggiata, esposta con un linguaggio ricercato che non è immediatamente intelligibile, e chi si appresta a seguirla deve affrontarla con impegno e concentrazione, non certo come si affronterebbe la lettura di un libro di evasione. Malgrado quello che il titolo potrebbe suggerire (con quella parola, “fatti”, così essenziale e terra terra da far immaginare un’impostazione più da cronaca che da critica), non si tratta, infatti, di una raccolta di aneddoti o di un racconto anche romanzato della vita dei due pittori. Si tratta invece di un documento prezioso, anche se in alcuni punti sicuramente superato da studi successivi, che rimane comunque una straordinaria base per capire il lavoro di questi due grandi artisti.
Fatti di Masolino e di Masaccio (Abscondita, 2018) è corredato da lunghe e dettagliate note che costituiscono un’ottima integrazione agli scritti, tanto da poter essere considerate quasi dei “mini saggi” a sé, da un buon numero di tavole, purtroppo in bianco e nero, alle quali il testo rimanda continuamente, e da quattro ulteriori scritti dei primi anni Cinquanta apparsi su “Paragone”, i quali beneficiano di un approccio meno tecnico e quindi più intelligibile anche dal semplice appassionato, per quanto non meno affascinante rispetto al resto del libro.
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