L’imperfetto di Giacomo Alligo

A me e a Selena, senza di te, questo libro non esisterebbe. Se lo leggerai, saprai che non me ne sono andato, docile in questa buona notte, e che continuo a infuriarmi contro il morire della luce.

Questo è l’incipit de L’imperfetto, scritto con una raffinatezza e ricercatezza di linguaggio non comune da Giacomo Alligo (bookabook narrativa, 2024, 167 pagine), un viaggio nel profondo dell’animo umano, un itinerario che porta il lettore nel mondo del metaromanzo.
Il giovane scrittore, già autore di poesie e di testi ricercati, si affaccia con questa prima opera edita nello scandagliare a fondo la figura di Jack, il personaggio attorno al quale ruota il mondo della narrativa: tormentato dall’idea di realizzare un’opera innovativa e totalmente dirompente, combatte contro il proprio demone, quel “daimon” greco così potente da tormentare e sconvolgere la sua esistenza. Un viaggio che si muove tra il racconto e l’introspezione, in un percorso nel quale la figura di Selena – geniale scrittrice e antico amore – giunge impetuosa a scardinare schemi e steccati mentali.

Le regole sono valide finché un nuovo talento non ne inventa di migliori, e tutti le seguono, fino al prossimo talento. Siamo noi a crearle.

Nel fitto dialogo tra Jack e Selena affiora il germoglio di ciò che è nella mente dell’autore/protagonista, del personaggio al quale si affianca la figura paterna, di quel Victor dalla genialità inventiva. Il padre che crede scomparso per sempre.

L’intero romanzo ha un ritmo serrato, con dialoghi fitti intervallati da quell’introspezione che volteggia sopra ogni riga, nel pentagramma musicale che compone un’armonia che sgorga dall’animo. Dall’ Imperfetto nasce la ricerca ossessiva del riscatto verso quell’utopica idea della perfezione stessa, sino a stravolgere il proprio mondo, il cosmo interiore ed esteriore.
Chi è Eric? È colui che vive nella mente di Jack, tra le giunzioni sinaptiche, come personaggio reale o frutto dell’immaginario che sembra primeggiare nei momenti di minore lucidità?
Un romanzo che offre un paesaggio differente e inesplorato nelle distese vaste dell’animo, ma soprattutto apre una finestra sul tormentato mondo della scrittura, laddove questa voglia tracciare nuove rotte e individuare isole ancora sconosciute. Un viaggio che merita, grazie all’analisi attenta e cruda di Giacomo Alligo, di essere vissuto nella sua pienezza.