Feel good
- Autore: Thomas Gunzig
- Genere: Libri da ridere
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Marcos y Marcos
- Anno di pubblicazione: 2020
“«Cos’è il feel good book?»
«È un ‘libro che fa star bene’. Grosso modo, bisogna presentare la vita da un’angolazione positiva, fare ritratti di personaggi che affrontano prove difficili ma ne escono fortificati. […]»
«Aaaaah, bisogna parlare di resilienza e cazzate simili?»
«Sì, per esempio, c’è molta psicologia. Ma psicologia spicciola, nozioni del tutto terra terra, cose elementari che il lettore deve poter cogliere in un attimo, spesso c’è un piccolo lato ‘sviluppo personale’ e poi non bisogna esitare a calcare la mano con la spiritualità.»”
Sulla carta, Tom ha le idee chiare. Vanta ormai diverse pubblicazioni alle spalle, non ha mai sbarcato il lunario però ha iniziato a intuire come funziona il mercato editoriale. Ha riscosso pochi anticipi, vinto un paio di premi minori, partecipato a diverse fiere e conferenze: tutto pur di farsi notare, di arrivare al successo, di cambiare vita. Nel frattempo, però, la svolta non è arrivata. O meglio, è arrivata nella sua vita privata, quando sua moglie Pauline lo lascia di punto in bianco per un chirurgo che ha conosciuto al corso di tai chi.
È per questo che, quando trova sul parabrezza il biglietto di uno sconosciuto, gli risponde pur non capendo quale sia il nesso fra sé e lo strano mittente. "HO IL VOSTRO BAMBINO – NIENTE POLIZIA! – SCRIVETEMI A RADICAL7582@GUERRILLA.INFO – ANDRÀ TUTTO BENE", recita il foglietto. Peccato che Tom non abbia bambini, e che la bebè di sua sorella, che il giorno prima ha portato lui all’asilo, sia esattamente dove dovrebbe essere. Dall’altra parte dello schermo, quindi, appena Alice (alias Radical7582) legge la risposta di tpterm@gmail.com non crede ai suoi occhi.
Ha rapito una bambina davanti al nido perché è disperata. È nata in una famiglia della bassa borghesia, negli anni si è ritrovata sempre più “al limite” sul fronte economico e ora sta crescendo da sola il piccolo Achille, mentre si arrabatta tra un lavoro di commessa in un negozio di scarpe e il conteggio ossessivo di ogni prodotto da pagare al supermercato. Ha tentato altre strade, prima del ratto di persona, ma ha fallito ogni volta ed è disposta a tutto pur di ottenere finalmente un gruzzoletto sonante. E di tutto le sarebbe potuto accadere, in effetti, se il suo messaggio di riscatto non fosse arrivato a uno scrittore pronto a proporle di creare il bestseller del secolo per diventare ricchi insieme.
Il libraio, sceneggiatore e autore di romanzi Thomas Gunzig è tornato in libreria con un romanzo esilarante, che dopo avere conquistato il Belgio è arrivato in Italia grazie alla traduzione di Francesco Bruno per Marcos y Marcos. Pubblicata nella collana Gli Alianti, l’opera dimostra fin dalle prime pagine la capacità di Gunzig di raccontare le ingiustizie sociali con empatia e leggerezza al tempo stesso, evidenziando le idee creative e ai limiti del surreale che possono folgorare da un momento all’altro chi non trova vie d’uscita facili alla propria condizione di malessere.
In tal senso Feel good, in cui le vicende di Alice e quelle di Tom si alternano e si intrecciano seguendo dei binari non sempre paralleli, si configura come una storia di meta-denuncia dalle diverse sfumature: una dopo l’altra vengono messe a nudo le contraddizioni e le superficialità del nostro tempo, le piccole manie personali e le grandi piaghe collettive, mentre un’ironia elegante ma contemporaneamente inclemente svela i meccanismi nascosti dietro a certe dinamiche editoriali e dietro ad altrettante impasse esistenziali, sia quando sono i protagonisti a interagire sia quando prende forma il loro romanzo.
In tutto ciò, la lingua di Gunzig non perde mai di verve e di fluidità, accompagnando capitolo dopo capitolo il lettore in un’avventura contemporanea ora comica e ora grottesca, ora sagace e ora mesta, ora irriverente e ora raffinata. Non si tratta di un’opera concepita per stupire o per suggestionare, bensì di una che esattamente per la sua mancanza di velleità letterarie riesce ad arrivare dritta al punto e a coinvolgere con immediatezza in un vortice di dilemmi morali e sociali di portata sempre più massiccia. Non a caso, l’intera operazione non si sgretola man mano che si prosegue, sviluppandosi piuttosto in più direzioni fino a culminare in un picco di suspense che si risolve con un’intelligente steccata finale, riferita tanto al sistema in cui siamo immersi quanto ai valori in cui pensiamo di rispecchiarci.
Dice Tom del file ricevuto da Alice che:
“In certe pieghe della storia c’erano delle zone oscure e capitava che qualche scena suscitasse in lui echi così reali e terribili da stringergli il cuore. Dal romanzo di Alice, per feel good che fosse, si sprigionava anche una sensualità impellente, una sensualità famelica, una sensualità da tempo di guerra; c’era, discretamente ma innegabilmente, della follia, e c’era infine uno stranissimo miscuglio di gioia ingenua, infantile, allegra e di una nostalgia profonda e gelida come una faglia sottomarina.”
Ebbene: altrettanto si può affermare del Feel good di Gunzig, con cui l’autore ha dimostrato ancora una volta la sua trascinante e scanzonata originalità.
Feel good
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: Feel good
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