Figlio, fratello, marito, amico
- Autore: Roberto Saporito
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2024
Roberto Saporito scrive il suo romanzo migliore per una nuova casa editrice. Nato ad Alba, in provincia di Cuneo, come il protagonista principale di questa storia amarissima. Al suo protagonista l’autore dà del tu: le cose in comune tra loro sono parecchie all’inizio, fino a quando il narratore Saporito si sgancia dal protagonista e addirittura da sé stesso, come un romanzo senza scrittore, un paradosso. Il libro ha come titolo Figlio, fratello, marito, amico (Qed edizioni, 2024).
All’inizio il protagonista è un Leporello vezzoso “mozartiano”, ha sposato la più bella della classe, Lisa, e a lui basterebbe questo per continuare a vivere.
Ma bisogna pur lavorare, per i soldi o per ambizione o perché le nostre giornate sono scandite da un tot di ore che non sono nostre. Vanno consumate facendo qualcosa di manuale o di intellettuale.
Quindi si incapriccia del lavoro di giornalista, per poi guadagnare poco senza avere il sacro fuoco del cronista. Tanto il padre è già deluso da un figlio che non ha voluto frequentare giurisprudenza all’università, per diventare un avvocato come lui; a questo punto, va bene tutto. E siccome gli piace trafficare coi libri, vederli esposti e presi in prestito, diventa un bibliotecario comunale, un impiegato, che guadagna meno della moglie. Ma a lui non importa, basta passare le serate con la moglie per sentirsi vivo, progettato per restare al mondo per amore.
Lui ha anche un amico, che è brillante, intelligente, seducente, Enrico, che diventa suo cognato perché sposa la sorella. Solo Lisa lo detesta, forse perché è anche un cocainomane, un tipo che prende anche pillole per stare su. È uno di quegli uomini che vanno spesso in bagno, anche se si trovano in un ristorante penta stellato, per prendere le medicine per essere sempre irresistibile. La moglie lo segue a ruota; e lo sa che il marito la tradisce. D’altra parte sarebbe un lavoro per lei stare sempre appiccicata a un uomo così estroverso, che sa sempre quale vino prendere e cosa mangiare. Ha bisogno, forse, di dividerlo con altre donne, quelle di una sera, mentre lei lo ha tutto per sé sempre, per il resto della vita. Ma Enrico è soprattutto un superficiale e una sera, in cui ha in macchina la moglie che parla alla cognata Lisa, capita un incidente stradale terribile. Enrico se la cava con qualche escoriazione, mentre la moglie è morta e anche la moglie del suo migliore amico, Lisa, è morta. Lui le ha ammazzate, non è stata la cocaina, perché poteva scegliere di andare piano e di essere pulito, senza prendere nemmeno una delle tante pasticche a disposizione.
Poi Enrico non ha perso un amico, ma uno che pensa a lui con odio profondo, uno che troverà pace solo se Enrico lo ammazza, con le proprie mani o con una pistola. Sono finite le serate che lui passava con la moglie Lisa a vedere i quadri di un nuovo pittore, in una galleria d’arte, le cenette davanti al televisore. E in più, rimane orfano, perché il padre avvocato che ha difeso molti uomini simili a Enrico, ricchi e annoiati e fedifraghi e ladri, non sopravvive alla morte della figlia e della nuora.
Il figlio eredita tutto, ma i primi giorni guarda e riguarda la cifra esorbitante che è scritta sul cellulare, una cifra che gli permetterebbe non solo di non lavorare più, ma di fare cento e più volte il giro del mondo, dormendo in alberghi lussuosi, viaggiando in business class e mangiando in ristoranti dove si deve prenotare un mese prima per trovare posto.
Già solo usare la macchina del padre, una suv Maserati, gli dà alla testa. Dopo poche pagine siamo passati da un uomo tranquillo al giustiziere della moglie e della sorella. Capita sempre più spesso che alcuni romanzi, dopo aver raccontato una storia si tingano di giallo o di giallo noir.
A noi resta impresso un piccione maltrattato a Roma, vicino al Tevere, sporco di sangue, osceno non perché animale, ma perché ricorda tutte le vite ferite, annichilite che ci passano accanto. Uomini e donne che sopravvivono.
Roberto Saporito ci consegna un romanzo breve di grande suggestione, dove i fatti dell’attualità spicciola non hanno più senso, dove il potere del denaro non ci libera da una meschinità umana irreversibile. Dove tutto appare un po’ opaco perché non possono esserci vite trasparenti. Forse qualche santo o la storia di una mistica, ma va tutto documentato.
Figlio, fratello, marito, amico
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