Figure di città. Spazi urbani e discorsi sociali
- Autore: Gianfranco Marrone
- Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Mimesis
- Anno di pubblicazione: 2013
Figure di città. Spazi urbani e discorsi sociali (Mimesis, 2013) di Gianfranco Marrone si avvia con la storia della Torre di Babele che rappresenta il mito che
“indissolubilmente lega, volenti o nolenti, architetti e linguisti, urbanisti e semiologi (…). La lingua comune c’è già; la città di tutti va ancora costruita. Ed è nel tentativo di produrre la seconda che si vanifica la prima. L’immagine dell’edificio più alto del mondo che prova a connettere la terra col cielo, l’uomo con Dio, contrasta con quello dell’idioma universale che, annullando ogni mistero espressivo, malauguratamente si disperde. Impossibile costruire una città perfetta entro cui una torre è in grado di raggiungere vette inusitate, destinate soltanto al Signore.”
La città e la lingua sono elementi tra di loro confrontabili, con le quali l’autore costruisce un corposo discorso sulla fisionomia delle “figure” della città: il traffico veicolare, i “non luoghi” come aeroporto e villaggi vacanze, la pubblicità stradale, i parchi e gli interventi sul lungomare, la pubblicità stradale, il mito di fondazione della città di Palermo, un episodio di Marcovaldo. Diversi i casi utilizzati per gli esempi e le figure rappresentate nel libro del professor Gianfranco Marrone, docente di semiologia all’università di Palermo. È un testo organizzato per capitoli, ognuno dei quali destinato all’analisi di una delle figure della città. In un racconto ripreso dal cartone animato di Walt Disney, Motoromania, del 1950, si enuncia la doppia caratteristica di Pippo – Walker da pedomobile a Wheeler, automobilista con la rappresentazione dell’uomo sulla strada, umano/non umano e si fanno notare le opposizioni tra pedoni e automobilisti e macchine. La pubblicità dell’automobile Sport Clio della Renault evidenzia il perché sia stato censurato dal Garante per la pubblicità. Infatti, sono trasmessi messaggi trasgressivi e illegali dietro la ricerca grafica. Non mancano esempi positivi come il progetto di recupero e rivitalizzazione del Foro Italico a Palermo che da terrain vague è ripopolata e, così, acquista nuovo valore, nuovo senso e significato, grazie alla presenza degli immigrati e alla felice utilizzazione del profilo di Eleonora d’Aragona nel progetto dell’architetto Rota, per la valorizzazione di un oggetto solitamente anonimo come un dissuasore del traffico. Molti altri i capitoli e le analisi compiute nel libro che non trascura di considerare la città come un insieme di relazioni, di rapporti, di comunicazioni, di figure che rappresentano la società e, quindi, il campo d’indagine e di studio è di pertinenza tanto di sociologi e antropologi, quanto di artisti, architetti, pubblicitari. La città è un insieme di relazioni aperte alla lettura di più soggetti e questo libro propone la visione del semiologo
“strabico e critico al tempo stesso. Tale sguardo considera gli spazi urbani e i discorsi che ne parlano come un unico fenomeno di senso.”
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