Finito e infinito di Alain Badiou

In questo brevissimo saggio di appena sessanta pagine, si affronta un argomento non certo facile da esporre, né tanto meno da assimilare, come i concetti di finito ed infinito. Che cos’è l’infinito? Che relazione c’è tra finito ed infinito? Come spiega l’infinito la filosofia? Come lo definisce la fisica? E per la matematica, invece, cosa rappresenta?
A queste domande rompicapo tenta di rispondere Alain Badiou, filosofo, commediografo, scrittore francese, con un opuscolo agile e accessibile a tutti. Già, perché argomenti ostici come questo - dove il fior fiore di filosofi, teologi, matematici, scienziati si sono scervellati nel tempo - vengono qui illustrati in modo semplice, chiaro, stimolante.

Come è possibile che l’uomo, nella sua finitudine, possa avere un’idea dell’infinito? Come conciliare il significato matematico dei numeri infiniti con l’idea di infinito fornita dalla filosofia o dalla religione?
L’uomo può diventare a sua volta infinito? I nomi delle persone celebri che attraversano la caligine dei secoli o dei millenni, non sono forse già una manifestazione di qualcosa che si protrae ben oltre la loro vita biologica, tendendo così all’infinito? E il tempo, è finito o infinito? Lo zero rappresenta l’inizio dei numeri infiniti: data l’esistenza dei numeri negativi, possiamo considerare lo zero centro dell’infinito? Perché la nozione di infinito può suscitare angoscia nell’uomo?

Come si nota, quindi, spunti di riflessione – e che spunti! - abbondano in queste poche pagine.
Siamo davanti a un telegrafico saggio tra filosofia e religione, tra fisica e matematica, condito, qua e là, con qualche ingrediente ironico da renderne la lettura perfino sfiziosa.
Uno stuzzicante pamphlet capace di dare qualche piccola e benefica scossa ai nostri comuni e radicati percorsi mentali, portandoci a riflettere su che cosa siamo e che cosa rappresentiamo in questo nostro universo.