Fleana bambina triste di Laura Facollo

Il libro “Fleana bambina triste” non si può definire un romanzo di narrazione, ma è piuttosto un’opera quasi lirica e poetica in cui l’autrice cerca di raggiungere un perfetto equilibrio tra introspezione e studio psicologico dell’animo umano. L’intreccio della storia non prevede colpi di scena o situazioni irreali, ma piuttosto un’analisi umana dei sentimenti dei due protagonisti, che a poco a poco imparano a conoscersi l’un l’altro e di conseguenza a conoscere di più loro stessi. Ogni azione e ogni pensiero raccontato porta con sé un’emozione, persino le descrizioni del paesaggio sono decantate con strofe poetiche. L’autrice è una psicologa che crede molto nelle risorse della mente e nella comunicazione verbale e non verbale, si notano infatti delle reminiscenze Junghiane sul tema dell’individuazione, cioè del “cercarsi”, nonché un’attenta analisi introspettiva.
E’ un racconto molto particolare, che per piacere necessita di una lettura profonda e non superficiale. Ogni parola è frutto di una precisa ricerca di perfezione lessicale, in modo da conferire all’opera nel suo complesso una sorta di musicalità.
Il libro ha come punto di partenza il nascere della storia d’amore dei due protagonisti, ma da qui si snoda per divenire poi una manifestazione di raggiunta autoconsapevolezza e crescita individuale.
L’incipit è curioso e singolare e già fa trasparire il complesso mondo in cui l’autrice ci vuole condurre.

“Fleana bambina triste” (Albatros edizioni) è un libro che non tutti potrebbero riuscire ad apprezzare, occorrerebbe leggerlo spogliandosi delle proprie catene mentali, senza fretta, assaporando ogni parola e concentrandosi sulle emozioni che esso trasmette.
Anche la copertina, assai evocativa, rispecchia appieno il contenuto dell’opera e ci conduce in un luogo onirico che potrebbe essere il “Bosco” o la “Città” (per dirla come l’autrice) di ognuno di noi.