Gelusa
- Autore: Loredana Nigri
- Anno di pubblicazione: 2012
“Gelusa” (Dalla Costa, 2012) di Loredana Nigri è un romanzo storico e in quanto tale con assoluta fedeltà ricostruisce l’Unità d’Italia, il Brigantaggio, l’Emigrazione e la Prima Guerra Mondiale ma con altrettanta libertà inventiva ci trasporta in una terra magica e misteriosa abitata da Gigantesse e Magare. Gelusa è un luogo immaginario simbolo di un paesaggio che in poco più di cento chilometri di distanza, nella stessa provincia (Cosenza), ha la bellezza mozzafiato dell’altopiano della Sila e una spiaggia ampia e lunga bagnata da un mare cristallino, quello di Praia a Mare e l’isola di Dino.
Loredana Nigri ci fa scoprire una società matriarcale, dove le donne calabre, belle, forti, detengono la conoscenza antica degli elementi della natura e di riti arcaici trasmessi da madre in figlia. Nonna Minella e nonna Checchina, sorelle segnate da un destino atroce, dettato da un sistema sociale, dove il ricco fa il bello e cattivo tempo e il povero, invece, deve subire in silenzio, sono le progenitrici dei due giovani, Donata e Maruzzu, su cui ruota la trama di questo romanzo. Violentata, maltrattata, presa prigioniera da Fra’ Carlo, prete diabolico, Minella muore a soli 14 anni, dopo aver messo al mondo un figlio Giovanni, padre di Donata, emigrato subito dopo il suo matrimonio in Brasile, da cui non ritorna mai più. La tomba di Minella è la terra nuda e fredda sotto la grande quercia sulla montagna della Palummara. Sfruttata, abbandonata, Checchina porta per tutta la vita, il peso della scomparsa della sorella, cresce da sola due figli e Maruzzo, suo nipote, che porta spesso a raccogliere verdura proprio sotto quella quercia. Ed è sempre la quercia l’approdo d’amore tra i due giovani protagonisti, sotto di lei, infatti, avviene il loro primo amplesso. Caminanti, cercatori, visionari e rapsodi ecco chi sono i tanti personaggi di “Gelusa”: il dottore, il filantropo, la sarta, l’orefice, il cappellaio, la maestra, il prete, il contadino, la marchesa, la contessa, il pasticcere, la ricamatrice, il brigante e gli artigiani, figure reali accanto alle quali l’autrice pone dei e dee che si divertono a giocare con la vita degli umani (Ishtar, Diana, Afrodite, Eros, Persefone e la più venerata la Madonna con la Rosa, consolatrice di tutti i personaggi del romanzo).
Il romanzo di Loredana Nigri è anche narrazione di grandi storie d’amore, come quella tra Sisina e Alfredo, o Clara ed Eugenio, cui fa da sfondo il nascente Stato Unitario che alimentò il brigantaggio, imponendo tasse e prezzi alti ai beni di prima necessità, diffondendo un clima di terrore e mortificando ogni realtà artigianale e industriale calabrese. E’ a Maruzzo, uno dei pochi che tra tanti soldati in trincea sa leggere e scrivere e soprattutto a Donata, la scrivana, “che conosce i boschi e parla con la natura”, che l’autrice affida il riscatto della sua terra: uno simbolo della cultura; l’altra della natura. “Gelusa” è un romanzo ciclico, inizia il 28 giugno 1914 con Maruzzo che sfida la montagna della Palummara per andare a fare visita alla sua fidanzata e dopo un anno si conclude con Donata che a quella stessa montagna appartiene. E’ un romanzo “che non segue un ordine cronologico” si apre con tre lettere commoventi, scritte dal fronte carsico da Maruzzo a sua nonna, al suo migliore amico e alla sua amata, e percorre con improvviseanalessi e prolessi gli anni precedenti e antecedenti alla Grande Guerra. E’ un romanzo che come afferma la sua autrice:
“Leggere “Gelusa” è come (…) sentire di essere parte di qualcosa di più grande. Un comune sentire ispirato da una natura animistica, mitologica, arcana, che da sempre esercita sulle genti calabresi una profonda fascinazione, al punto di condizionarne comportamenti e desideri”.
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