Giallo su giallo di Gianni Mura

Non conosco assolutamente il mondo dello sport, ma un giallo ambientato al Tour de France non è un’opera usuale e perciò ho deciso di leggerlo. E "Giallo su giallo" di Gianni Mura non mi ha deluso.
Il protagonista, giornalista sportivo che ama anche la buona cucina, segue da vicino il Tour de France, ma durante l’evento sportivo accadono alcuni fatti particolari. È abbordato da una prostituta che viene uccisa e sospettato dell’assassinio. Scarcerato dopo poche ore con molte scuse sembra che non ci siano più problemi all’orizzonte, non sarà così.
Muore assassinato il collega Dede, ammazzato apparentemente dalla moglie gelosa. La verità è più complicata secondo Mura che decide di indagare. Accanto a lui interviene un misterioso poliziotto, ammiratore di Maigret che ha un nome simile: Maritte.
Il tour prosegue con invidie professionali e amori passeggeri mentre si dà la caccia a un assassino senza volto.
Il finale non è da raccontare, basti dire che lo stesso protagonista rischia la vita secondo la migliore tradizione poliziesca e che il fantomatico ispettore Magritte ha un ruolo determinante e misterioso, più da deus ex machina che da investigatore.

Devo dire che le premesse erano molto buone, ma la conclusione lascia un po’ perplessi in quanto scaturisce da un aggiustamento più che da un ragionamento consequenziale. E questo in un giallo non è positivo. Rimarchevole invece la figura del protagonista e il modo in cui viene delineata. Si mescola l’amore per la cucina e l’ambiente sportivo, la morte di un giornalista con le radiocronache. Interessante e inusuale.
Il giallo è però debole, i moventi scarsi e non legati ad una società moderna. In un mondo sportivo ci si poteva aspettare una storia di doping, di soldi, di manager corrotti, ma non è così.
Una lettura piacevole e interessante, non un capolavoro.