Marco Tullio Giordana. Una poetica civile in forma di cinema di Marco Olivieri e Anna Paparcone

“Marco Tullio Giordana. Una poetica civile in forma di cinema” del critico cinematografico Marco Olivieri e della professoressa Anna Paparcone (Rubbettino, 2017) racconta il cinema di Marco Tullio Giordana evidenziandone il rapporto con la storia, dal Fascismo alle rivolte sessantottine, dalla violenza negli stadi al fenomeno dell’immigrazione in Italia, dal terrorismo degli anni Settanta alla lotta contro le mafie. Un cinema civile che non rinuncia però a canoni espressivi frutto di un’approfondita riflessione estetica, di una passione accentuata per la letteratura e la musica e di un costante lavoro sullo stile filmico.

L’analisi dei vari temi si avvale di riflessioni teoriche su realismo e postmodernismo, cinema d’autore e cinema di genere. Inoltre evidenzia un’osmosi feconda tra realtà storica e finzione, nell’ambito di una più complessa visione della storia collettiva e dell’umanità del singolo, senza dimenticare la figura femminile. La lezione di Gramsci si combina con la poetica pasoliniana in un cinema che mette in gioco rimozioni, desideri di rinascita e aneliti a una bellezza forse perduta per sempre.

“Marco Tullio Giordana. Una poetica civile in forma di cinema” è stato strutturato in modo che ogni capitolo sia dedicato a un suo film o a un filmmaker che ha particolarmente ispirato Marco Tullio Giordana, tra cui Bernardo Bertolucci, Francesco Rosi, il giapponese Yasujirō Ozu e, soprattutto, Pier Paolo Pasolini. Fra i suoi film vi sono: Sangue pazzo, Romanzo di una strage e Quando sei nato non puoi più nasconderti.
Quest’ultimo è il suo più famoso e parla di uno dei temi attuali più discussi: i migranti. Giordana, attraverso il ritratto accurato di Marco Olivieri e Anna Paparcone, ci spiega i motivi per i quali ha iniziato questo lavoro e la grande passione con cui l’ha portato avanti. Un saggio preciso, documentato, un ritratto non solo di un regista, pluripremiato, attento ed appassionato nell’affrontare le tensioni, i conflitti, di alcuni periodi drammatici della storia italiana, ma anche di un uomo che ha reso il suo lavoro un veicolo di impegno sociale e di ricostruzione della verità storica.