Giulia e Fausto di Alessandra De Stefano

La storia d’amore tra Fausto Coppi e Giulia Occhini, se venisse trasferita al giorno d’oggi, non causerebbe più alcuno scalpore. Cosa c’è di strano, infatti, in due persone regolarmente sposate che lasciano i rispettivi coniugi per mettersi insieme fra di loro? Situazione, ormai, anche troppo diffusa. Non così all’epoca nella quale si è svolta, a cavallo fra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, e per di più in un’Italia estremamente bacchettona e moralista.

Lui, il Campionissimo, che si fa sedurre dalla donna fatale, tanto da lasciare moglie e figli per lei: ma è noto che la mentalità del tempo, non ancora del tutto sradicata, voleva l’uomo ingenuo e manipolabile, una specie di fantoccio comandato, di volta in volta, dalla donna che riusciva a conquistare il suo cuore. Ben più fragoroso scandalo diede lei, Giulia, la Dama Bianca (così detta per il colore che indossava le prime volte che venne notata insieme a Coppi), che abdicò ai propri doveri di moglie e fu madre snaturata tanto da abbandonare i propri figli per stare vicina all’uomo oggetto del proprio desiderio.
Giornalisti d’assalto ed esperti di gossip si scatenarono: naturalmente, però, quasi nessuno pensò ad andare in fondo alle cose, a scandagliare le ragioni di un comportamento apparentemente crudele e sconsiderato, e, per la legge del tempo, perfino criminale, per capirne l’origine e la causa.

Ci ha pensato, molti anni dopo, la giornalista Alessandra De Stefano con Giulia e Fausto. Affascinata, a tratti quasi ossessionata, dalla vicenda di Giulia e Fausto, ha intrapreso un lungo lavoro di ricerca, scandagliando archivi e parlando con i figli di Giulia. Maurizio, figlio di Giulia e del primo marito, e Faustino, figlio di Giulia e Fausto, pur amando la propria madre sono sempre stati messi in secondo piano rispetto al grande amore di lei per Fausto, ridotti quasi a “comprimari”, “osservatori esterni” della sua vita: e questa, per una donna, è da sempre la colpa più grande.
Chi non si scandalizzerebbe davanti alle suppliche della Dama Bianca all’Altissimo di prenderle i figli, ma di lasciarle il compagno, in fin di vita per una malaria non curata? Eppure, frugando nel passato di Giulia si possono trovare ragioni e giustificazioni per questi suoi pensieri “indegni” e “scandalosi”.

Giulia figlia di genitori anziani, chiusa in un collegio di suore, che a diciannove anni scopre che Clara, la sorella di ventidue anni maggiore di lei, in realtà è sua madre, colpevole di un amore rifiutato dai potenziali suoceri alto borghesi. E lo scopre, per colmo di disgrazia, poche settimane prima della morte di Clara per un tumore. Giulia che si rifugia nell’amore di Enrico, il medico che la chiede in sposa pochi giorni dopo averla conosciuta, un amore che lei non ricambia, illudendosi di poter essere brava moglie e madre solo per riconoscenza verso le sue premure. Giulia che si chiude volontariamente in una trappola. E poi Fausto, l’idolo del marito, che ha sposato Bruna per amore, un amore che si è raffreddato e che lui ritrova, inaspettatamente, negli occhi di Giulia.
Momenti di riflessione personale si alternano alla ricostruzione della storia, operata attraverso lettere, articoli di giornale e conversazioni con i figli, in questo libro a metà strada fra il saggio e il romanzo, proprio perché la stessa vita di Giulia e Fausto è stata un romanzo. Potremmo definirlo un “saggio scritto dal punto di vista umano”: molto più dei fatti, in questa storia, contano i sentimenti.