Giùnapoli
- Autore: Silvio Perrella
- Categoria: Narrativa Italiana
Descrivere una città come Napoli, con il suo carattere così forte, evidente, pieno di colori decisi, è un compito estremamente rischioso. Lo stereotipo, la facile immagine turistica o, peggio ancora, la macchietta, sono sempre in agguato per inondare di banalità e di sentito dire anche il racconto più sincero e autentico. A volte, però, la paura di cadere in un certo cliché ci porta a esagerare nel senso opposto: è esattamente quello che succede in questo libro, in bilico fra il saggio e il memoriale.
Una lunga passeggiata per le strade e i luoghi di Napoli: così viene definito. Si ha però l’impressione che tale passeggiata si svolga più nella mente e nei ricordi del suo autore che, materialmente, per le vie della città, che non riesce veramente a emergere dalle varie immagini e dagli episodi, narrati in modo frammentario, a volte lasciati in sospeso o non approfonditi.
Quello che il lettore si aspetterebbe da un libro come questo non è certo una descrizione iconografica, ma sicuramente un racconto che lo portasse direttamente al cuore della città, e, soprattutto, di coloro che la abitano, attraverso abitudini, mentalità, modi di essere. Ancora di più sarebbe stato interessante apprendere tutto questo per tramite di un autore che, sebbene trapiantato a Napoli in giovane età, è siciliano di nascita e ha vissuto, per un periodo, anche a Milano. Un personaggio, quindi, allo stesso tempo "cosmopolita" e indissolubilmente legato alla propria città di adozione, che avrebbe potuto descrivere tutto questo con l’occhio distaccato dello "straniero" ma anche con l’affezione di chi sente un luogo, malgrado tutto, profondamente suo. Invece, questa Napoli descritta da Perrella ci appare ovattata, sfumata, appena accennata. E’ un luogo della mente, non geografico, e questo saggio sulla città finisce per trasformarsi in una lunga autoconfessione del suo autore. Non si percepisce, nei racconti delle sue passeggiate, la vita che scorre per le strade, il vociare della gente, il contrasto fra modernità e tradizione che procedono fianco a fianco nelle strade del centro. Si ha, anzi, l’idea di camminare per una città semideserta, come se le uniche passeggiate dell’autore si svolgessero di mattina presto o di sera tardi, o magari in Agosto. Napoli diventa un luogo sospeso, una città evocata solo dalle parole e dalle riflessioni, solitarie o scambiate con i vari intellettuali che Perrella cita nel libro, riportando spesso episodi o brani di conversazioni scambiate con loro. A volte, addirittura, indugia in vere e proprie recensioni delle loro opere, che, se possono essere indubbiamente interessanti, forse hanno avuto eccessivo spazio in un’opera che non era, probabilmente, concepita come un saggio letterario, ma come descrizione di una città.
Certo, ci sono passaggi di grande poesia e di impalpabile liricità, che riescono ad affascinarci e a volte perfino a incantarci. Le conversazioni fra intellettuali, che vertono solitamente sul perché si ama e perché si odia Napoli, sono coinvolgenti, ma il lettore ha spesso l’impressione di capire solo a metà quello di cui si sta parlando, perché non è stato prima "accompagnato" nella realtà di una città che è tutto meno che semplice, che tutti credono di conoscere ma quasi nessuno conosce veramente. I bei momenti, piuttosto slegati fra di loro, purtroppo non riescono a trovare continuità e concretezza, e tutto questo rende la lettura di questo saggio piuttosto pesante. Un vero peccato.
Giùnapoli
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