Giungla d’asfalto
- Autore: William Riley Burnett
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2005
Giungla d’asfalto di William Riley Burnett (Sellerio, 2005, trad. di F. Romeo) è un gran libro del 1949 da cui è stato tratto l’anno dopo uno dei migliori film del regista John Huston.
Il romanzo è la storia di un gruppo di malavitosi che preparano e portano a termine un furto clamoroso di gioielli. La banda è messa in piedi dal “Dottore”, appena uscito di galera con informazioni e un piano praticamente pronto per essere messo in pratica.
“Dell’esecuzione del lavoro rispondo io. I problemi principali sono: il denaro per finanziare, il personale, la persona che ritira la merce.”
Per il “Dottore” si tratta solo di “associare” i componenti giusti: lo scassinatore, l’autista, l’uomo con la pistola pronto a usarla, ma è necessario anche trovare un finanziatore e un ricettatore per piazzare sul mercato la refurtiva e ricavarne i profitti. Tutto si gioca su un terreno pericolosissimo, pieno di possibili imprevisti, tradimenti, ripensamenti, astuzie e sotterfugi.
Non posso negare che nel Dipartimento di polizia ci siano elementi corrotti. Ce ne sono molti di più di quanto io non possa sorvegliare, smascherare e punire in pochi mesi. Ma vi sono anche, in alto e in basso, molti galantuomini, e voi rendete loro la vita difficile.
La polizia è protagonista, opera su molti fronti e non fa tanti complimenti; il disordine è consuetudine. La scena si svolge in una metropoli americana, più o meno “trent’anni dopo” la Prima guerra mondiale, quindi siamo verso la fine degli anni 1940. La città ha un suo ruolo e appare piovosa, claustrofobica, chiusa in sé stessa, buia, insicura, rumorosa. Il colpo riesce; ma non è previsto il lieto fine.
La storia, nella sua essenzialità, può essere considerata semplice e lineare, soprattutto perché siamo abituati alle avventure più sfrenate, contorte e fantasiose. Eppure è proprio nella sua quasi banalità che prende vita la capacità di Burnett-scrittore, tanto che questo romanzo è diventato un archetipo, un esempio, un punto di riferimento per tutto il genere noir dei decenni successivi.
“La notte buia calava come un immenso cappuccio sulla grande città e sul fiume. Una pioggerella che cadeva a intervalli s’insinuava tra gli alti fabbricati bagnando il selciato e trasformandolo in uno specchio nero che rifletteva, storcendole grottescamente, le luci dei lampioni e delle mobili scritte pubblicitarie al neon.”
I personaggi sono interpreti del proprio ruolo molto caratterizzato all’interno della società, ma nello stesso tempo si scoprono con tutte le debolezze, i difetti, i pensieri, le aspirazioni, i segreti e le paure, che Burnett sa mettere in evidenza con tocchi magistrali. Ed è proprio da questa abilità che si vede la grandezza dello scrittore. Non nei fatti “raccontati”, ma da “come” vengono raccontati.
Un bravo scrittore non è chi sa inventare storie, ma chi le sa raccontare.
LA GIUNGLA D' ASFALTO
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