Gli angeli del Bar di fronte di Elena Genero Santoro

“Gli angeli del Bar di fronte” di Elena Genero Santoro è un romanzo che è molte cose insieme. È una storia d’amore intrigante e proibita, è uno spaccato di realtà quotidiana, è un pretesto per parlare d’attualità, ed è, infine, anche un po’ mistero, in una Torino cupa e prevalentemente autunnale e notturna.

Le protagoniste sono due ragazze di vent’anni, la rumena Paula e l’italiana Chiara, che lottano, ciascuna a modo suo, per la sopravvivenza quotidiana. Le ragazze, distanti per background, hanno comunque qualcosa in comune. La prima fa la badante in nero ad un anziano non autosufficiente, la seconda lavora in un bar malfamato in attesa di terminare gli studi. Entrambe si trovano ad interagire con un gruppo di ragazzi rumeni che paiono davvero poco raccomandabili: costoro non fanno che ubriacarsi e fare casino nel bar in cui Chiara lavora e una sera, dopo la chiusura, due di loro (Istrate e Constantin) tentano di abusare di lei. Vengono però fermati da quello che pare essere un po’ il loro capo: Victor, detto Vic. Ed è proprio Vic il personaggio chiave di tutta la vicenda. Vic, a differenza degli altri, non pare dedito all’alcol, anzi, è sempre molto lucido e inoltre mostra di avere anche un certo savoir faire e una buona dose di cultura. Tuttavia è ambiguo.

Dopo aver salvato Chiara dal tentato stupro, la convince a non sporgere denuncia, in cambio della promessa che un episodio del genere non si sarebbe più ripetuto. Lei, fragile, sola, accetta, e comincia una frequentazione di fatto con lui, che da un canto la affascina non poco, dall’altro la manda in crisi.

Vic, infatti, se pur con lei è sempre estremamente gentile e cortese, se pure è l’amico di cui lei ha bisogno e si prende cura di lei più di chiunque altro, ha comunque dei comportamenti che la spiazzano e la mandano in crisi, perché Vic copre e insabbia tutte le bravate ai limiti della legalità dei suoi connazionali, dal furtarello alla guia in stato di ebbrezza.

Cosa nasconde Vic? Quando poi a fare le spese del comportamento di Istrate sarà proprio Paula, quando ogni limite accettabile sarà superato, Vic dovrà giustificare il suo modo di operare, oppure perderà Chiara. Le racconterà la verità? Non voglio svelarvi di più, vi dico solo che i colpi di scena non mancano e che il finale… fuochi d’artificio.

Prima di giungere alla fine però il tema dell’immigrazione è raccontato, con uno stile notevole, da molti punti di vista e tutte le voci a cui viene dato fiato diranno la loro in materia. Immigrazione di cui gli italiani si trovano ad essere protagonisti con due ruoli, nel passato e ancora nel presente: come ospitanti e come ospitati. Il libro non vuole dare giudizi, non vuole essere esaustivo dell’argomento.

Elena Genero Santoro non si schiera dalla parte di nessuno e presenta, con molta sensibilità, le difficoltà di tutti, ma mette in luce anche i pregiudizi e i luoghi comuni. E chissà che la soluzione di tutto non si nasconda proprio dietro il paravento che il pregiudizio stesso costituisce.