Gli anni dei ricordi
- Autore: Diletta Pizzicori
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2023
Gli anni dei ricordi è il nuovo romanzo di Diletta Pizzicori, che ha esordito con I nostri anni leggeri (Sperling & Kupfer, 2021) con cui ha vinto il premio “Silvana Macucci, X edizione Premio Letterario “Raffaele Artese” Città di San Salvo.
Giovane scrittrice, lettrice appassionata e archeologa, è nata a Firenze nel 1990, ma cresciuta a Vaiano, un paese alle porte di Prato, dove tuttora abita con il marito e la figlia.
Due donne della stessa famiglia, Leticia e Julia, nonna e nipote, la prima nasconde un “gigantesco segreto che sapeva bruciargli dentro come un tizzone”, la seconda insegue i suoi ricordi tornando nel luogo che vide sbocciare un legame impossibile ma che sarebbe durato per tutta l’esistenza di una donna tanto combattiva quanto audace.
Un manoscritto venuto alla luce dopo tanti anni, dove buttare giù pensieri, fare ordine, “e procedere secondo il filo dei ricordi più belli, tralasciando per ultimi quelli amari e brucianti. Dissimulare, mascherare, rivelare a poco a poco”.
“Il corpo, gli occhi, l’odore del giardiniere di suo padre, Primo Gualtieri”.
Leticia Parker aveva vent’anni, gli stessi anni del XX Secolo, e sapeva che il suo destino era legato in modo indissolubile a quello di Primo, il suo primo e unico amore. Era un amore proibito, lei appartenente a una ricca famiglia anglo fiorentina appassionata di archeologia e collezionismo, era la figlia di Timothy George Parker il padrone della tenuta. Lui, orfano di padre, Arturo Gualtieri disperso sul fronte italiano sul Carso o a Caporetto durante la Grande Guerra, giardiniere della magione. Quindi una unione matrimoniale tra loro impossibile. La vita di Primo lì nel cuore della Val Bisenzio era grama, affamata, infarcita di rinunce e privazioni, quindi non poteva somigliare meno alla sua ed era forse proprio questo a rendergliela così affascinante.
Il ragazzo ricambiava in pieno i sentimenti di Leticia, lei era capace di smuovergli dentro qualcosa di sfuggente e inarrivabile. Impossibile dimenticare Leticia. Per lunghi anni, gli innamorati si sarebbero rivisti solo in estate, quando i Parker da Oxford tornavano nella loro proprietà toscana, riallacciando il loro rapporto d’amore.
Nel frattempo, nella “rossa” Val Bisenzio, la protervia e la violenza del fascismo si faceva sempre più sentire. Da parte sua, Mr. Parker si teneva al corrente, leggeva, faceva conversazione, ma una buona parte di lui rimaneva estranea alle sfortunate vicende dell’Italia. Del resto ci passava al massimo cinque mesi l’anno.
Per Timothy George la Toscana era sinonimo di affari, Firenze (la famiglia possedeva un villino su Lungarno Serristori), di svago e Meretto di villeggiatura. Il Regime non piaceva a Mr. Parker, era evidente, ma, finché le cose restavano così, riusciva anche a passare le sue estati in tranquillità.
“Non era cinismo, piuttosto una forma rodata di pensiero pratico”.
In questa coinvolgente saga familiare tra passato e presente, ambientata tra la Toscana e l’Inghilterra degli anni Venti e Trenta del XX Secolo, l’autrice riprende i personaggi della sua riuscita opera prima traendo ispirazione dalla storia della sua famiglia e dei padroni inglesi, che trascorrevano le loro estati nella villa di Meretto e dei quali i suoi nonni erano casieri.
Il romanzo è ambientato nella Val di Bisenzio che si estende nella parte centro-settentrionale della provincia di Prato, insinuandosi a nord tra i rilievi dell’Appennino Tosco-Emiliano e a sud nel cuore della piana pratese e fiorentina, inoltrandosi parzialmente nella provincia di Firenze. È Meretto, un piccolo borgo a Vaiano, nei pressi de La Briglia con villa padronale, stalle e varie case dei contadini, la location perfetta di una storia d’amore, che si intreccia con la storia del nostro Paese, ritratta durante il Ventennio fascista.
Tra le pagine il lettore ha modo di incontrare personaggi realmente esistiti, tra i quali Ranuccio Bianchi Bandinelli (1900-1975), celebre archeologo e storico dell’arte e Matilde Forti (1884-1961), figlia di un importante industriale pratese di religione ebraica, Giulio Forti, la quale sposò nel 1919 lo storico dell’arte Giorgio Castelfranco, amico e mecenate del giovane Giorgio De Chirico.
Infine, quanto mai simbolico l’esergo di questo romanzo da leggere tutto d’un fiato:
“Ci resta sempre in fondo al cuore il rimpianto di un’ora, di un’estate, di un fuggevole istante in cui la giovinezza si schiude come una gemma”. Irène Némirovsky, “Jezabel”.
Gli anni dei ricordi
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