Gli aspetti irrilevanti
- Autore: Paolo Sorrentino
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Feltrinelli
- Anno di pubblicazione: 2016
A chi di noi non è mai capitato di guardare il viso di uno sconosciuto e di immaginare la sua vita? Cosa fa? Dove vive? È innamorato? E così via… È più o meno la stessa cosa che Paolo Sorrentino cerca di fare in questo libro, “Gli aspetti irrilevanti” (Feltrinelli, 2016), avvalendosi dell’aiuto delle foto, rigorosamente in bianco e nero, del fotografo Jacopo Benassi.
Quelli che ci regala sono ventitré profili di uomini e di donne. Una raccolta di facce, di storie, di piccoli gesti quotidiani, di preferenze, di paure, di esitazioni, di decisioni, di dolori, di gioie, di speranze giovanili e di sogni infranti. Spesso, di aspetti irrilevanti.
I personaggi sono molto diversi tra di loro: la miliardaria Elsina Marone, Peppino Valletta, cantante di piano-bar che una sera, forse, perde la testa per Ylenia con la Y, la stessa Ylenia che lo amerà in maniera misteriosa e fulminea. Poi c’è Salvatore Varriale, boss della camorra rinchiuso in un bunker, detto ’a Libellula, la scienziata Enza Condé, donna Emma viceportiera in un palazzo di via Manzoni a Napoli, Aristide Perrella uomo super attivo e tanti altri.
Fino ad arrivare all’ultimo ritratto, quello di Settimio Valori, regista amatoriale un po’ nostalgico. Forse, si potrebbe dire di lui:
“Era un uomo che aveva una pena superiore al suo livello di istruzione”.
In fondo, questa frase di Cèline è una frase che ha aperto in gioventù gli occhi di Settimio, personaggio che, ovviamente, è lo stesso Sorrentino.
Si tratta di un romanzo corale, dove le foto dei protagonisti sembra siano state chiuse in fondo ad un cassetto, una accanto all’altra. Chissà per quanto tempo. Non hanno nulla in comune. Eppure il destino può essere uguale o diversissimo, chissà, sta di fatto che ognuno di loro – come ognuno di noi – ne ha uno, di destino.
Paolo Sorrentino lo scrive nero su bianco, a tratti lo anticipa già dalle prime righe. Per altri personaggi, invece, dobbiamo aspettare le ultime parole. Il regista anche stavolta ci regala il suo stile unico, graffiante, colmo di ironia, capace di passare dal dramma alla farsa in un batter di ciglia e di essere credibile, sempre, anche nell’assurdità di certe vicende.
Un libro imperdibile, come del resto, ogni suo film.
Gli aspetti irrilevanti
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