Tony Pagoda e i suoi amici di Paolo Sorrentino

Per chi si è gustato Hanno tutti ragione, entrare in libreria e vedere sugli scaffali il nuovo romanzo di Paolo Sorrentino è come incontrare un vecchio amico che ti strizza l’occhio da lontano. Sì, perché ormai Tony Pagoda è una specie di compagno di avventure, un tipo che un po’ invidiamo, per le sue molte peripezie, ma del quale pure ci fidiamo poco, per le esagerazioni di cui sono infarciti i suoi aneddoti.

Nel romanzo Tony Pagoda e i suoi amici (Feltrinelli, 2012), tuttavia, troviamo un protagonista molto immalinconito. Gli anni cominciano a pesare e la vita che gli brulica intorno diventa ogni giorno più incomprensibile: quei giovani sempre scontenti, con tutta quella giovinezza davanti, e quei vecchi ancora così indaffarati, con quel poco di esistenza che è rimasta loro da campare. In questo triste sottofondo, Tony ci prende per mano e, col garbo che lo caratterizza, ci accompagna a casa di amici o in ristoranti carestosi, nella Sorrento sorniona o al Festival della Canzone Italiana, sempre in compagnia di personaggi straordinari.

Con questo romanzo, Sorrentino si fa più intimo e, per raccontarci le diversità della vita e illuminarci con le sue sintesi geniali, ci fa conoscere gli amici di Tony Pagoda: tutti invariabilmente minori, alcuni irrimediabilmente patetici, altri generosi e vinti come solo i veri puri di cuori possono essere.
Così ci si ritrova a cena a casa di Carmen Russo ed Enzo Paolo Turchi, per scoprirli ancor più personaggi televisivi di quanto appaiano in tv; poi a spasso per Roma, con Venditti, il più romani dei suoi abitanti; quindi a braccetto col mago Silvan, forse il cameo più riuscito dell’autore.
A intervallare i nomi più famosi, la gente del popolo, sempre così eroica nel suo anonimato: ballerine di lap dance, Tonino Paziente, la mamma di Tony...

Alla fine della lettura, ci si sente inclusi in un cerchio più ampio, dove trovano posto tutti, la gente di successo e la gente che ha solo tirato a campare, il grande Tony e noi, che ormai, a buon diritto, possiamo dirci suoi amici.